mercoledì 2 ottobre 2019

Ipertensione arteriosa

DEFINIZIONE
Per ipertensione è da intendersi un aumento pressorio nei vasi sanguigni e specialmente nelle arterie del grande circolo. Consiste in polso forte, teso, pressione arteriosa massima oltre i 140 mm. di hg. potendo raggiungere i 250 e anche i 300 e pressione minima oltre i 90. 
Ecco un quadro dei valori e relativi livelli di gravità del disturbo:

Categoria Pressione arteriosa in mm Hg

                      Sistolica                     Diastolica
Ottimale < 120                            < 80
Normale < 130                            < 85
Normale - alta  130 – 139                   85 – 89
Ipertensione di Grado 1 borderline  140 – 149                  90 – 94
Ipertensione di Grado 1 lieve  150 – 159                   95 – 99
Ipertensione di Grado 2 moderata  160 – 179                100 – 109
Ipertensione di Grado 3 grave >/= 180                     >/= 110
Ipertensione sistolica isolata borderline  140 - 149                      < 90
Ipertensione sistolica isolata >/= 150                           < 90
Se l'ipertensione interessa sia la massima che la minima viene detta "completa"
La dove c'è un buon compenso, e i dati della massima e della minima, benché aumentati, rimangono tra loro nello stesso rapporto che hanno nell'individuo normale si dice allora che sono "concordanti". 
Quando invece le due cifre si avvicinano, si ha convergenza e ciò sta ad indicare una probabile insufficienza cardiaca; se si allontanano, si ha divergenza che è indizio di una insufficienza aortica. 
Le complicazioni possono essere varie: dalle vascolari, alle cardiache e renali. 
Molteplici sono le classificazioni delle forme di ipertensione, ma il quadro più comune è maggiormente interessante il nostro tema distingue tra: 
ipertensione essenziale (primaria)
ipertensione arteriosclerotica (secondaria)
Si parla di ipertensione essenziale o primaria quando non si riscontra una causa evidente, anche se stress, ansia, stile di vita e alimentazione giocano un ruolo determinante. Molti studiosi, addirittura, la considerano la malattia dello stress per eccellenza. 
Nella sua forma primaria, l'ipertensione si manifesta con vari sintomi tra cui cefalea mattutina, vertigini, ronzii, crampi, intorpidimenti ecc. ed è caratteristica dei soggetti già in età relativamente giovane; la European Society of Hypertension ha infatti emanato qualche anno fa le prime linee guida espressamente dedicate al bambino e all’adolescente. Dai dati, infatti, risulta che il 5-6% di bambini e adolescenti, in apparente buona salute, in realtà è iperteso. 

L'ipertensione arteriosa è invece chiamata secondaria quando trova la sua origine in svariate altre patologie, quali nefropatia ed endocrinopatia, può derivare, inoltre, da disturbi del sistema nervoso, da arteriti infiammatori e dall’assunzione di farmaci (analgesici, antinfiammatori, antipiretici, antidolorifici, ecc.), oppure può manifestarsi durante la gravidanza.
Quella secondaria incide solo per il 5% della totalità di coloro che soffrono di ipertensione, compare tardivamente ed è tipica degli anziani i quali, oltre ai sintomi di cui sopra, possono accusare offuscamenti cerebrali in rapporto a spasmi vascolari.

PSICODINAMICA
E' ormai universalmente riconosciuto il ruolo dei fattori emotivi nell'eziologia dell'ipertensione essenziale, per cui deve essere sempre considerato anche il fattore psicologico, sia per una corretta diagnosi che per un altrettanta corretta terapia. 
Le ipotesi formulate dai più illustri studiosi di psicosomatica concordano tutte su un dato e cioè che i pazienti che soffrono di ipertensione essenziale presentano una personalità chiaramente ansiosa o comunque a sfondo neurotico, come si può rilevare dal fatto che molti sintomi di questa affezione (come cefalea, vertigini, ronzii, rossori improvvisi ecc.) sono quelli ormai classici del disturbo d'ansia.
C'è poi chi, come Alexander, suppone in questi soggetti un fondamento di ostilità repressa o la presenza di conflitti inconsci (Dunbar e Wolfe) oppure di impulsi aggressivi accompagnati da ansia (Saul).
Sta di fatto comunque che il fattore psicologico entra a volte in modo preponderante nella psicogenesi della malattia. 

TERAPIA PSICOLOGICA
Oltre ad uno stile di vita sano, esercizio fisico e una dieta vegetariana, magari a base di frutta e verdure ricche di potassio (in quanto questa sostanza abbassa la pressione e riduce l’incidenza di danni cardiaci) è possibile influenzare positivamente la pressione arteriosa mediante metodiche terapeutiche distensive e tecniche psicologiche e corporee che facilitano, a livello emotivo, una maggiore cedevolezza, malleabilità ed elasticità nei rapporti e nell’affrontare le situazioni. 
La tecnica psicologica maggiormente efficace prevede un percorso a “doppio binario”: da una parte si deve abbassare il livello di tensione emotiva con tecniche adeguate di rilassamento profondo e con specifiche visualizzazioni guidate, e dall’altra si rende necessario favorire la libera verbalizzazione dei problemi personali, di conflitti interiori e relazionali ecc.  Le tecniche di rilassamento agiscono sulla muscolatura non solo “sciogliendo” le contratture della muscolatura scheletrica (ad es. collo, spalle e schiena), ma producendo anche la distensione delle pareti vascolari e il conseguente calo della pressione interna ai vasi sanguigni.
Grazie a questa azione i valori della pressione arteriosa tendono a scendere a normalizzarsi, in quanto anche i muscoli che rivestono le pareti dei vasi sanguigni si rilassano e si distendono.
Le tecniche di rilassamento agiscono quindi in due modi che si integrano fra loro:
- dal punto di vista psicologico, permettono alla persona di abbattere i livelli di ansia e stress;
- dal punto di vista fisiologico, inducono il rilassamento delle arterie e il conseguente calo dei valori pressori.
Una volta appresa la tecnica di rilassamento si possono inserire delle precise formule d'organo e specifiche visualizzazioni guidate.
A tale proposito conviene ricordare che alcune ricerche sperimentali hanno messo in evidenza che l’aumento della pressione non si verifica soltanto quando ci si impegna fisicamente, ma anche quando si usa la sola immaginazione. I valori pressori aumentano già se una persona ha il sentore di una situazione di conflitto, e cala se il soggetto in questione comincia a parlare spontaneamente del conflitto e verbalizza il suo problema. Inoltre, se tale pressione aumenta con la sola immaginazione di una eventuale azione, senza peraltro che questa azione, solo pensata, sia mai conclusa in attività motoria la stessa immaginazione può essere utilizzata per scaricare questa “pressione continua” e riequilibrare i valori della pressione arteriosa.
Le suddette tecniche possono essere apprese anche attraverso un percorso on-line di poche sedute ed essendo prive di effetti collaterali, sono valide anche come strumento di prevenzione, in particolare per tutti quei soggetti che hanno in famiglia casi di ipertensione arteriosa o per bambini e adolescenti. 

Fonti:
Luigi Peresson - IPNOSITERAPIA - Faenza editrice

da internet:
- IL BLOG DEDICATO ALLA MEDICINA PSICOSOMATICA
- CONTRO L'IPERTENSIONE SI PUO' IMPARARE (anche) A RILASSARSI - Medici Italia 
- IPERTENSIONE ARTERIOSA: NE SOFFRE IL 5% DEI BAMBINI - Città Nuova (cultura e informazione)

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