CENNI STORICI
Le prime osservazioni
sul comportamento ossessivo risalgono al 1860, ma solo verso l'inizio del nuovo
secolo Freud aprì la via ad una comprensione più profonda di tale disturbo,
egli lo chiamò: nevrosi ossessiva e ne descrisse il quadro clinico nella lezione
17 della "Introduzione alla Psicoanalisi" (1915-1917). Questa
sintomatologia, prima dell'uscita della terza edizione rivisitata del
Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-III-R), era
conosciuta come (psico)nevrosi ossessivo-compulsiva o, semplicemente, come è
tuttora definito in Psicoanalisi: (psico)nevrosi ossessiva.
Tale disturbo, oggi
definito: disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), pur essendo classificato tra i
disturbi d'ansia dal DSM-IV-TR2, da molti è considerato invece, in virtù della
sua scarsa rispondenza al trattamento con farmaci ansiolitici, come
entità nosografica autonoma, con un decorso e una sintomatologia peculiari. Tale disturbo è principalmente caratterizzato da una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.
entità nosografica autonoma, con un decorso e una sintomatologia peculiari. Tale disturbo è principalmente caratterizzato da una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.
EZIOLOGIA
Le ricerche hanno
dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensasse. Circa un
individuo su 50 tra adolescenti e adulti è affetto da disturbo
ossessivo-compulsivo.
Per quanto riguarda
invece l'eziologia non c'è ancora una letteratura sufficientemente ampia e
condivisa sulle cause del disturbo, in quanto esso può avere una causa
esclusivamente biologica oppure essere anche accentuata da comportamenti
acquisiti in persone geneticamente predisposte.
Comunque, il fatto di
avere genitori o figure importanti durante l'infanzia e l'adolescenza affetti
da DOC o da tratti di personalità ossessiva, influisce in modo decisivo sullo
sviluppo del disturbo ossessivo-compulsivo; pare che il DOC sia scatenato dall'aver
avuto genitori assenti, cioè ipoprotettivi, o, soprattutto, iperprotettivi e
insicuri nei confronti del mondo. Inoltre i sintomi possono scatenarsi la prima
volta o acutizzarsi, anche temporaneamente, in condizioni di stress eccessivo o
a causa di uno shock emotivo o evento traumatico.
Per la psicoanalisi il
disturbo rientra tra le varie nevrosi sviluppabili con le diverse
"fissazioni" nelle varie fasi di sviluppo, per la nevrosi ossessiva
tale fissazione riguarda la fase di sviluppo sadico-anale. In particolare se al
bambino viene data un'educazione rigida al momento di passare al vasino, egli,
come limita la funzione dell'escrezione, maturerà una personalità rigida e
ordinata, spesso perfezionista. Il contenuto ossessivo spesso è derivato da
esperienze varie, molto spesso da trasfigurazione di aspetti infantili.
DIAGNOSI
Il disturbo viene
riconosciuto come tale solo se compromette il normale ritmo delle attività
quotidiane e il funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e se occupa un
tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono
con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della
casa o dell’igiene ecc.).
Le ossessioni sono
pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono
l'individuo e che da questo vengono percepite come invasive e inappropriate (o
comunque fastidiose) e che provocano una marcata sofferenza. La differenza con
i disordini della personalità risiede proprio nel fatto che l'individuo si rende conto che i pensieri, le
immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente, mentre nel disturbo
ossessivo-compulsivo di personalità (o OCPD) hanno carattere egosintonico.
L'individuo tenta
(inutilmente) di ignorare o sopprimere tali pensieri, immagini o impulsi, o di
neutralizzarli (altrettanto inutilmente) con altri pensieri e comportamenti
("compulsioni").
Le compulsioni sono
comportamenti o azioni mentali ripetitivi che l'individuo si sente obbligato a
eseguire, come una sorta di rituale stereotipato (che può servire a
"riparare" un "danno" oppure a diminuire l'ansia causata da
un pensiero), per difendersi da una certa ossessione.
Il disturbo ossessivo
compulsivo può riguardare diverse tematiche come la contaminazione, il
perfezionismo, l'ordine, il controllo. Da qui si possono distinguere:
Disturbo ossessivo compulsivo da controllo
Il disturbo si
manifesta con ossessioni e compulsioni che implicano timori ricorrenti e
controlli protratti e ripetuti, correlati al dubbio di aver dimenticato
qualcosa o di aver fatto un errore o danneggiato qualcosa o qualcuno
inavvertitamente. Chi soffre di questo tipo di disturbo arriva a pensare che
una propria azione o omissione sia causa di disgrazie.
Esempi di controlli
tipici riguardano aver chiuso la porta di casa, il gas o l’acqua,
aver contato bene i
soldi o non aver scritto parole blasfeme.
accendere e spegnere
le luci un certo numero di volte prima di uscire da una stanza;
salire una scala o
entrare in una stanza sempre e solo con un piede anziché l'altro;
alzare e abbassare
continuamente il volume di una radio o del televisore perché si è convinti che
nessuna intensità sia adatta;
lavarsi reiteratamente
le mani a intervalli regolari durante il giorno o non riuscire a smettere di
lavarsele una volta insaponate;
controllare
ripetutamente che la macchina parcheggiata sia ben chiusa a chiave prima di
lasciarla;
Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione
In questo caso si
tratta di ossessioni e compulsioni connesse al rischio di contagi o
contaminazioni. Le persone che ne soffrono sono tormentate dall’insistente
preoccupazione che loro stessi o un familiare possa ammalarsi entrando in
contatto con qualche invisibile germe o sostanza tossica. Agenti “contaminanti”
comprendono sostanze come urine, sangue, sudore, saponi, solventi e, per
generalizzazione, tutti gli oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste
sostanze. Il contatto con la sostanza temuta è seguita da rituali tesi a
neutralizzare la contaminazione, ovvero rituali di lavaggio (es. lavaggio
ripetuto delle mani, dei vestiti o di oggetti personali).
Disturbo ossessivo compulsivo da accumulo
Il soggetto affetto da
questa tipologia di disturbo si manifesta con l’impulso di accumulare e
conservare oggetti, anche insignificanti e deperibili (es. giornali, pacchetti
di sigarette vuoti, bottiglie vuote), perché “un giorno o l’altro potrebbe
servire”. Le condotte di accumulo non sono generalmente accompagnate da
ossessioni. Lo spazio occupato dalle “collezioni” può arrivare a occupare gran
parte dello spazio in casa. Questi soggetti sono generalmente poco critici
riguardo ai loro rituali.
Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria
Il disturbo si
manifesta come intolleranza al disordine o all’asimmetria. Libri, fogli, penne,
asciugamani, videocassette, abiti, piatti, devono risultare perfettamente
allineati, simmetrici e ordinati secondo una precisa logica (es. dimensione,
colore). Quando il paziente percepisce asimmetria o disordine si impegna anche
per molte ore a riordinare questi oggetti, fino a sentirli “a posto”. Le
ossessioni di ordine e simmetria possono riguardare anche il proprio corpo (es.
pettinatura dei capelli, abiti). Esempi di ossessione di ordine e simmetria:
contare in gruppi di quattro, sistemare le cose in gruppi di tre, sistemare gli
oggetti in insiemi pari o dispari, evitare il calpestio delle fughe di
separazione (ossia poggiare il piede solo al centro delle piastrelle) ecc.;
Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione
eccessiva
La persona che ne è
affetta manifesta pensieri superstiziosi portati all’eccesso. L’esito degli
eventi viene legato al compimento di certi gesti, alla visione di certi oggetti
e/o colori, al suono di determinati rumori. Per annullare un effetto negativo,
il soggetto affetto da disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva
deve mettere in atto il “giusto rituale”, adattato in base alla situazione che
gli ha arrecato lo stato di ansia, e ripeterlo il numero di volte adeguato per
evitare qualche disgrazia (ad esempio, fare una preghiera per 3 volte dopo aver
visto un’immagine ritenuta negativa).
Ossessioni pure
Alcuni soggetti
affetti da DOC manifestano ossessioni senza compulsioni. Manca, dunque, la
componente rituale o compulsiva; tuttavia, il soggetto colpito manifesta
pensieri ossessivi riguardanti l’avverarsi di situazioni altamente improbabili,
ma che gli risulterebbero intollerabili. Il contenuto di tali ossessioni spesso
può essere a sfondo religioso, sociale o sessuale. È il caso di chi è
ossessionato dal timore di essere o diventare omosessuale o pedofilo o di chi
ha il terrore di essere colto da un’aggressività improvvisa e incontrollabile e
fare del male a chi gli sta accanto. In tali pazienti, l’episodio ossessivo è
spesso seguito da un dialogo interiore rassicurante, che rappresenta un
tentativo di soluzione al disagio attivato dall’ossessione.
DECORSO
In assenza di terapia
appropriata vi sono quattro tipi di decorso]:
episodico: con sintomi presenti solo in alcuni
periodi della vita di una persona, o anche un solo episodio in tutta una vita.
In alcuni casi può non essere nemmeno diagnosticato un disturbo;
cronico fluttuante: i sintomi sono scostanti
nel tempo, con miglioramenti e peggioramenti, tuttavia non scompaiono mai
completamente, a seconda del livello generale dello stress;
cronico stabile: i sintomi si manifestano in
maniera graduale ma, poi, rimangono stabili nel tempo;
cronico ingravescente: è il più grave e comune.
Generalmente i sintomi iniziano in modo graduale; ci sono periodi di
peggioramento e periodi di stabilità, seguiti, poi, da nuovi peggioramenti.
TRATTAMENTO
Il DOC, in sé stesso,
non pregiudica l'intelligenza del soggetto, ma solo il suo comportamento, anzi,
le persone affette da DOC hanno in genere un quoziente intellettivo più alto
della media degli altri individui. Con la terapia si possono far scomparire i
sintomi oppure farli regredire ad uno stadio più lieve, che si manifesta come
un DOC con decorso più leggero (e soprattutto stabile).
Il DOC è
tradizionalmente considerato un disturbo a decorso cronico e invalidante,
spesso refrattario ad ogni tipo di intervento terapeutico, in particolare
quando la malattia giunge al trattamento in soggetti con oltre i 40 anni di
età. Questo è il motivo per cui è molto importante, per il disturbo ossessivo compulsivo, un intervento preventivo di diagnosi e di intervento, ai primi sintomi e/o in presenza di comportamenti con connotazioni tipiche dei tratti ossessivo-compulsivi bisogna richiedere al più presto un consulto e una diagnosi psicologica che, in caso affermativo, permetta il trattamento adeguato prima che il disturbo possa diventare cronico. Tuttavia, oggi la prognosi è sicuramente migliorata anche in età avanzata, in quanto l'approccio
terapeutico al disturbo è radicalmente mutato: la psicoanalisi non è più
considerata la cura-tipo per questi pazienti, mentre risultano più efficaci e
applicabili su scala più ampia la farmacoterapia, la psicoterapia
cognitivo-comportamentale ma, soprattutto, la terapia strategica breve.
Infatti, nell'ambito questo nuovo tipo di intervento (Psicoterapia Strategica Breve) sono state messe a punto delle prescrizioni comportamentali e dei
protocolli specifici di intervento per il DOC che hanno dato esito di completa
remissione e senza ricadute nel 71% dei casi trattati rientranti in un progetto
di ricerca (Nardone-Watzlavick: "L'arte del cambiamento" 1990).
Sempre la stessa ricerca ha dimostrato, inoltre, che il 94% dei casi con esito
positivo è stato trattato in meno di 20 sedute.
Dott.ssa Maria
Giovanna Zocco
Fonti:
- Silvano Arieti: "Manuale di Psichiatria" Boringhieri 1969
- G.Nardone, P.Watzlavick: "L'arte del Cambiamento" 1990
- Wikipedia: l'enciclopedia libera
- Sito APC: Associazione di Psicologia Cognitiva e Scuola di Psicoterapia Cognitiva S.r.l.
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