mercoledì 26 ottobre 2016

I geni manipolati di Adamo

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Interessante e particolare questo libro, frutto degli studi di un biologo molecolare siciliano: Pietro Buffa. Nel suo saggio "I Geni manipolati di Adamo" che riguarda le misteriose origini dell'umanità, egli suggerisce una "terza via", superando così le secolari dispute tra evoluzionisti e creazionisti. 
Lo presento riportando le parole di Mauro Biglino:

Prefazione di Mauro Biglino

Le origini della vita sulla Terra e in modo particolare dell’essere umano sono, allo stato dell’arte, argomento di discussione di due scuole di pensiero dominanti da sempre contrapposte: tenaci sostenitori dell’evoluzionismo da una parte e altrettanto irremovibili seguaci della tradizione religiosa creazionista, dall’altra.

Liberato da quella chiave di lettura teologica forse mai appartenuta agli antichi autori biblici, il libro della Genesi ci racconta una storia molto diversa da quella comunemente tramandata. Una storia tutta fisica in cui la presenza dell’essere umano sulla Terra potrebbe non ripercorre i sentieri di un divino atto creazionistico né quelli di un naturale processo evolutivo ma quelli di una “terza via” che collega le nostre origini a ciò che oggi definiremmo un “interventismo biogenetico”.

In questo saggio l’autore analizza il dibattuto tema cercando di compendiare in modo logico l’insieme di informazioni bibliche portate a sostegno della sopracitata ipotesi con diverse acquisizioni scientifiche a noi contemporanee, in modo da esplorare eventuali relazioni tra questi due mondi apparentemente così distanti.

(Per altri contenuti e l'indice del libro: cliccare sulla copertina sotto riportata)


sabato 10 settembre 2016

I Tic nervosi

DEFINIZIONE
I tic, nel passato hanno avuto, da parte di molti studiosi, maggiore attenzione rispetto ai tempi moderni. Già Charcot li definiva: "caricature di atti naturali"; Henry Ey continuava definendoli: "movimenti stereotipi bruschi, intempestivi, che si impongono al soggetto risultando socialmente molesti e dall'evoluzione capricciosa".
Secondo la definizione di Trousseau "...il tic non doloroso consiste in rapidissimi movimenti convulsivi a carattere ricorrente che di solito si limitano ad un esiguo numero di muscoli, soprattutto quelli del viso, ma che possono interessare anche il collo, il tronco, le membra … Nell'uno è uno sbattere di palpebre, una contrazione delle guance, delle narici, delle labbra, tale da ricordare una smorfia; in un altro è l'annuire col capo, un'improvvisa, ricorrente torsione del collo; in un terzo uno scrollar delle spalle, un movimento spasmodico dei muscoli del ventre o del diaframma: in breve

giovedì 8 settembre 2016

10 frasi di Freud che ci insegnano a vedere il mondo da un’altra prospettiva


 Fonte:
Freud, il padre della psicoanalisi, era un uomo coraggioso, pronto a ribaltare molte delle convenzioni del suo tempo. Lui era nato in una famiglia ebrea, ma ben presto perse le sue convinzioni religiose e mosse i suoi passi in un’altra direzione.
Quando cominciò a esercitare la professione medica, fu uno dei primi ad usare la cocaina a scopo terapeutico ed ebbe anche il coraggio di utilizzare l’ipnosi, che a quei tempi non era ancora una tecnica completamente accettata dalla comunità scientifica.
Tuttavia, ben presto cominciò a inoltrarsi per il proprio cammino, creò il metodo delle libere associazioni e gettò le basi della psicoanalisi approfondendo l’analisi dell’inconscio e lanciando ipotesi che solo oggi la Neuroscienza ha potuto dimostrare. Egli enfatizzò anche l’importanza della sessualità nel nostro comportamento, un argomento tabù per la società puritana nella quale viveva.
Alla fine le sue idee vennero accettate dalla comunità scientifica, ma ricevette anche dure critiche, anche da quelli che erano stati suoi discepoli che dovette affrontare con grande stoicismo.
Pertanto, molte delle frasi migliori di Freud non provengono

mercoledì 22 giugno 2016

Noi non siamo qui per...


Noi non siamo qui per realizzare le ambizioni che i nostri genitori nutrivano per noi. 
Siamo qui per servire il pianeta nel modo più efficace, spalancando la porta della prigione, e accelerando la nostra evoluzione, così come quella collettiva. 
Allo stesso modo, non siamo qui per imporre le nostre convinzioni e le nostre ambizioni ai nostri figli. 
Né siamo qui per stare al gioco del materialismo, che ci vuole far sentire in colpa se non riusciamo ad accontentare i nostri figli, dando loro magari ciò che hanno i loro amici. 
Noi possiamo dare loro qualcosa che non ha prezzo. Possiamo dar loro l'amore incondizionato e possiamo aiutarli a ricollegarsi con il loro potenziale più elevato. 
Queste cose non si possono comprare nel negozio di computer. 

Tratto da "...e la verità vi renderà liberi" di David Icke - Macroedizioni

domenica 29 maggio 2016

ALZHEIMER – Confermato il legame tra benzodiazepine e la malattia


    Uno studio francese pubblicato nell’ultimo numero del British Medical Journal lo conferma: l’uso regolare di benzodiazepine per un periodo superiore a tre mesi aumenta notevolmente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Cosa sono le benzodiazepine?
Le benzodiazepine sono una classe di farmaci psicotropi, vale a dire, che agiscono sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale)  modificando alcuni processi chimici naturali (fisiologici).

Porta a cambiamenti di coscienza, umore,  percezione e comportamento.
Provoca un effetto ansiolitico (contro l’ansia), miorilassante (rilassante muscolare), ipnotico (induce il sonno), antiepilettico (contro l’epilessia) e amnesico (causando problemi di memoria). Tra i principi attivi e i nomi commerciali citiamo Alprazolam, Bromazepam, Bromiden, Diazepam, Valium e Xanax.

Questi farmaci sono comunemente utilizzati per il trattamento di disturbi come ansia, spasmi, insonnia, convulsioni, o agitazione durante l’astinenza da alcol.

L’uso a lungo termine di benzodiazepine è pericoloso?
E’ noto da molti anni che l’uso di benzodiazepine per oltre un

martedì 29 marzo 2016

L'eterno giorno: effetti dell'inquinamento luminoso sugli esseri viventi.

INTRODUZIONE
Quante volte capita che il medico non riesce a individuare la causa di certi malesseri o dell'insonnia stessa? E alla fine non gli resta altro che prescrivere farmaci per dormire, ansiolitici e quant'altro? A nessuno viene in mente che l'inquinamento luminoso [15] delle città (ora anche delle campagne) insieme alle altri fonti di inquinamento possa impedire il giusto equilibrio e funzionamento dell'organismo. Questo potrebbe essere uno dei tanti motivi in più a spiegare il nervosismo, le malattie, l'intolleranza crescente che si rileva nei rapporti umani. Eppure noi non

martedì 23 febbraio 2016

Intervista al Prof. Luciano Masi su "Psicoterapia Autogena a orientamento analitico"


Interv. Il suo libro scritto assieme al dr. Galli: "Psicoterapia Autogena a orientamento analitico" sta suscitando grande interesse sia dal punto di vista teorico che applicativo. Molti si chiedono perché parlare di psicoterapia autogena e non semplicemente di Training Autogeno?
Masi: questa è una domanda molto pertinente perché la maggior parte delle persone ritiene che la psicoterapia autogena si restringa solamente nella tecnica del Training Autogeno, che è molto famosa ma che viene travisata, perché molti credono che il Training Autogeno sia solo una tecnica di rilassamento, non è così. 
iI Training Autogeno (T.A.) è una terapia antistress che ha lo scopo di riequilibrare i sistemi involontari cioè: il sistema neurovegetativo, neuroendocrino e immunitario, quindi è una vera è propria terapia psicosomatica.
Inoltre la Psicoterapia Autogena non si esaurisce con questa

martedì 16 febbraio 2016

STRESS e malattie correlate: perdita dei capelli, ipertensione, diabete, gastrite, ulcera, insonnia.

Foto tratta dal sito: "theteller.it"
Fonte dell'articolo: 

     Di solito lo stress è un fattore positivo che ci permette di affrontare le avversità in maniera efficiente, ci consente di reagire agli eventi quotidiani con equilibrio e mantiene vitali le nostre capacità d’apprendimento, di memoria, d’attenzione, permettendoci di risolvere i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana. Quando però gli stimoli stressori prendono il sopravvento e l’organismo non è più in grado di reagire in maniera positiva, cominciano i problemi. Lo stress diventa una condizione fisica e psicologica di malessere, di stanchezza, che ci tiene spesso in tensione e che non ci permette di vivere in maniera serena e tranquilla. Hans Seyle, uno dei pionieri dello studio sullo stress, definì la risposta dell’organismo ad una condizione avversa “sindrome da stress biologico”. L’organismo sottoposto a condizioni nocive opera una serie di risposte organiche che gli permettono di affrontare e superare il momento di difficoltà.
     Vediamo cosa succede nel nostro corpo quando lo stress prende il sopravvento anche perché lo stress non agisce solo sulla mente ma anche sull’organismo causando alcune

martedì 26 gennaio 2016

Bruxismo


DEFINIZIONE
Il termine Bruxismo deriva dalla lingua greca, ed indica una particolare abitudine che consiste nel digrignare o serrare i denti. 

Si può, quindi, distinguere tra: 
  • Bruxismo “rumoroso” (digrignamento)
  • Bruxismo“silenzioso” (serramento)
  • Bruxismo misto

Il bruxismo è stato definito un'attività parafunzionale in quanto non rientra nella “funzione” propria della bocca, come d'altronde accade anche per altre abitudini tipo: masticare gomme americane, mangiarsi le unghie, morsicarsi le labbra, morsicare penne o matite ecc. 
Il singolo episodio di bruxismo può durare in media nove secondi, riguarda circa il 10% della popolazione ed ha uguale incidenza tra maschi e femmine. Nei bambini la percentuale aumenta a circa il 30% con la più alta incidenza in bambini al di sotto dei 5 anni.
Solitamente il bruxismo viene attuato in stato di incoscienza cioè durante il sonno; tuttavia l'instaurarsi col tempo dell'abitudine, fa sì che il soggetto lo possa compiere anche da sveglio.

SEGNI E SINTOMI
I sintomi non sono chiari, e si sovrappongono per lo più a quelli derivanti dalla malocclusione. Fino a qualche tempo fa si riteneva che i due fenomeni fossero strettamente collegati, ma la ricerca scientifica ha dimostrato che bruxismo e malocclusione sono due fenomeni completamente diversi che hanno in comune solo gli effetti dannosi a carico dell'articolazione temporo-mandibolare.
Clinicamente si può sospettare la presenza di bruxismo quando si verifica una di queste

lunedì 4 gennaio 2016

Il cervello cambia e non sempre ce ne accorgiamo

Utilizzando le tecniche di neuroimaging più avanzate, la scienza ha individuato alcune attività che modificano in modo permanente il nostro cervello, sia cambiando la sua struttura che aumentandone e riducendone le dimensioni o, perfino, alterandone la biochimica. 

Eccone alcune:
Dormire male
Se si dorme poco o male, il cervello si restringe. Questa è la conclusione cui sono giunti l'anno scorso Charles E.Sexton e i suoi colleghi presso l'Università di Oxford (Regno Unito), dopo aver utilizzato la risonanza magnetica per studiare la relazione tra la scarsa qualità del sonno e il volume del cervello. I risultati, pubblicati in Neurology, hanno dimostrato che la difficoltà a dormire è legata alla rapida riduzione del volume del cervello con l'età. Questo calo riguarda settori importanti del cervello come le aree temporali, parietali e lobi frontali, responsabili del linguaggio, del tatto, dell'equilibrio, delle abilità logico-matematiche e della capacità di prendere decisioni.
Leggere romanzi
«Tu sei ciò che sei, non per quello che hai scritto, ma per quello che hai letto» proclamò Jorge Luis Borges. E le neuroscienze hanno dimostrato che, almeno per ciò che riguarda il cervello, lo scrittore argentino aveva ragione. Alcune strutture cerebrali si trasformano quando leggiamo. Le connessioni dei neuroni nel lobo temporale sinistro, legati