lunedì 4 gennaio 2016

Il cervello cambia e non sempre ce ne accorgiamo

Utilizzando le tecniche di neuroimaging più avanzate, la scienza ha individuato alcune attività che modificano in modo permanente il nostro cervello, sia cambiando la sua struttura che aumentandone e riducendone le dimensioni o, perfino, alterandone la biochimica. 

Eccone alcune:
Dormire male
Se si dorme poco o male, il cervello si restringe. Questa è la conclusione cui sono giunti l'anno scorso Charles E.Sexton e i suoi colleghi presso l'Università di Oxford (Regno Unito), dopo aver utilizzato la risonanza magnetica per studiare la relazione tra la scarsa qualità del sonno e il volume del cervello. I risultati, pubblicati in Neurology, hanno dimostrato che la difficoltà a dormire è legata alla rapida riduzione del volume del cervello con l'età. Questo calo riguarda settori importanti del cervello come le aree temporali, parietali e lobi frontali, responsabili del linguaggio, del tatto, dell'equilibrio, delle abilità logico-matematiche e della capacità di prendere decisioni.
Leggere romanzi
«Tu sei ciò che sei, non per quello che hai scritto, ma per quello che hai letto» proclamò Jorge Luis Borges. E le neuroscienze hanno dimostrato che, almeno per ciò che riguarda il cervello, lo scrittore argentino aveva ragione. Alcune strutture cerebrali si trasformano quando leggiamo. Le connessioni dei neuroni nel lobo temporale sinistro, legati
al linguaggio e quelli del solco centrale del cervello (correlate alle sensazioni fisiche e motorie) aumentano dopo la lettura di un romanzo inventato come "Pompei" di Robert Harris, secondo uno studio riprodotto sulla rivista specializzata: Brain Connectivity . Un altro lavoro pubblicato su Psychological Science suggerisce che leggere le opere di Franz Kafka e di altri autori surrealisti crea nuovi schemi cerebrali che ci rendono più intelligenti.
Video giochi d'azione
Chi è alla ricerca di una scusa per trascorrere qualche minuto di tempo libero per il proprio video gioco d'azione preferito è fortunato: è stato dimostrato che da questo il cervello ne trae beneficio. Secondo i risultati di un esperimento condotto da Ian Spence e dei suoi colleghi presso l'Università di Toronto (Canada), dieci ore di fronte alle sfide di "Call of Duty" o "Medal of Honor" sono sufficienti a modificare l'attività elettrica del cervello. Le modifiche riguardano effetti positivi sia nell'attenzione visiva che nella capacità di ignorare informazioni irrilevanti che potrebbero distrarre. In altre parole, i video giochi di azione sviluppano nostra attenzione spaziale selettiva: una capacità che può essere alquanto positiva in molte attività quotidiane.
Meditazione
Dopo aver meditato o, meglio ancora, dopo aver eseguito tecniche di rilassamento (Training Autogeno e affini) il nostro cervello non è lo stesso. Lo studio a dimostrazione che ciò è vero è stato presentato nel 2011 da Sara Lazar, ricercatrice presso il Massachusetts General Hospital (USA). Utilizzando la risonanza magnetica per analizzare il cervello di 16 pazienti, Lazar ha dimostrato che otto settimane di pratica di meditazione per mezz'ora al giorno è stata sufficiente per aumentare la densità di materia grigia nella zona dell'ippocampo che è associata con l'apprendimento e con lo stress. La materia grigia è aumentata anche in aree del cervello associate con l'auto-consapevolezza, la compassione e l'introspezione, mentre è diminuita nella struttura a forma di mandorla dell'amigdala che ha un ruolo chiave nell'ansia e nello stress. Questi cambiamenti cerebrali possono spiegare perché la meditazione e le tecniche di rilassamento sono molto efficaci per combattere lo stress.
Praticare Sport
E' ovvio che fare sport mantiene i muscoli in forma. Ma meno noto è l'interessante effetto che ha sul cervello. E' sufficiente pedalare su una cyclette per 30 minuti, tre volte a settimana e per tre mesi consecutivi, per aumentare il volume dell'ippocampo tra il 12% e il 16% e migliorare la memoria, come risulta da uno studio pubblicato su Archives of General Psychiatry. Un altro recente esperimento ha rivelato che sottoporsi a un test di vocabolario dopo 3 minuti di corsa veloce, ci permette di imparare le parole  più velocemente del 20% rispetto al caso in cui impieghiamo lo stesso tempo in riposo o attività aerobica  leggera. Questo accade perché dopo l'esercizio aumentano i livelli di un fattore neurotrofico prodotto dal cervello (BDNF), una molecola essenziale per la sopravvivenza dei neuroni e per i processi di apprendimento.
Dolore cronico
Se un paziente convive con un dolore cronico, con una sofferenza fisica permanente, alla fine il suo cervello si deteriora. Le alterazioni più significative sono prodotte nelle connessioni neuronali di un'area della corteccia frontale associata alla gestione delle emozioni. «Se si sente dolore tutto il giorno, sette giorni su sette, ci sono aree del cervello che sono mantenute costantemente attive» dice Dante Chialvo, fisiologo presso la Northwestern University (USA) e co-autore di uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience. Quando i neuroni sono costantemente in attività muoiono perché non possono gestire la mancanza di riposo. Il risultato è che il cervello verrà danneggiato in modo permanente, con disturbi del sonno e gravi difficoltà nel prendere decisioni o gestire la normale vita quotidiana.
Imparare cose nuove
Se applichiamo una regola spagnola: "Mai andare a letto senza imparare una cosa nuova," il nostro cervello se ne accorge. A livello biochimico, la conseguenza più immediata è che, in corrispondenza delle giunzioni tra neuroni, una proteina del cervello chiamata delta-catenina si lega a un acido grasso per permetterci di memorizzare nuovi dati in memoria. In questo modo la struttura del cervello viene riconfigurata. È un dato di fatto, che imparare una nuova lingua aumenta la materia grigia del cervello nelle aree legate all'uso del linguaggio. Infatti, uno studio delle scienze neuro-psicologiche sui  tassisti londinesi ha rivelato che imparare le vie di una grande città, tale che per loro la rappresentazione spaziale del mondo circostante è molto più grande rispetto al resto della cittadinanza, provoca l'aumento della zona cerebrale relativa all'ippocampo.
Fumo
Nel valutare gli effetti del tabacco sulla salute, non dovremmo prendere in considerazione solo ciò che esso significa per i polmoni, ma anche il fatto di come la dipendenza da nicotina sconvolge la chimica del cervello. Questa è la conclusione cui sono giunti alcuni scienziati tedeschi dell'Università di Bonn, dopo aver studiato il cervello di 43 fumatori con spettroscopia protonica della risonanza magnetica, una tecnica per analizzare i metaboliti cerebrali. I fumatori avevano meno quantità di aminoacidi N-acetilaspartato (NAA) nella corteccia cingolata anteriore, cioè quella parte del cervello che elabora il piacere e il dolore.
La conclusione è che i bassi livelli di NAA sono stati collegati a disturbi psichiatrici come la schizofrenia o la demenza, così come la tendenza ad abusare di droghe. Anche la Colina, una molecola essenziale per il funzionamento del cuore e del cervello, nei fumatori, è  di molto ridotta. La buona notizia è che questi cambiamenti chimici si invertono dopo diversi mesi dall'aver risolto il problema di dipendenza.
Giocoleria
Acquisire la capacità di volteggiare tre palle in aria come i giocolieri del circo non è solo un divertimento, ma secondo una ricerca condotta presso l'Università di Oxford (Regno Unito), produce cambiamenti nella materia bianca del cervello a qualsiasi età. La sostanza bianca è costituita da un groviglio di fibre nervose che conducono segnali elettrici tra i neuroni e cellule nervose, mentre nella materia grigia le informazioni vengono elaborate. Lavorando con 24 volontari, Heidi Johansens-Berg e i suoi collaboratori hanno scoperto che dopo sei settimane di pratica con palline da giocoliere per 30 minuti al giorno, hanno determinato cambiamenti visibili nel cablaggio del cervello in settori connessi principalmente con la visione periferica: una capacità che è utile nella vita di tutti i giorni.
Accumulare troppo grasso
Accumulare più grasso di quanto sia necessario all'organismo compromette non solo il metabolismo, aumentando il rischio di problemi cardiaci, ipertensione e diabete ma può essere dannoso anche per la salute del cervello. Uno studio apparso sulla rivista Annals of Neurology rivela che maggiore è l'indice di massa corporea (BMI) maggiore è il rischio che il cervello si restringa con l'età e che potremmo essere vittime di demenza precoce o di malattia di Alzheimer.

Fonte: 
Open Mind 

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