giovedì 10 agosto 2017

Intervista alla Dott.ssa Maria Giovanna Zocco

Trascrizione dell'intervista che la dott.ssa Maria Giovanna Zocco ha rilasciato per il portale "Mio Dottore": dove sarà pubblicata a beneficio dei propri iscritti.

D. Cosa consiglierebbe a un paziente che si reca in visita da lei per la prima volta?
R. Di stare tranquillo, perché, per quanto dolorosa e limitante possa essere la situazione, c'è sempre la soluzione ad ogni problema.

D. Cosa l'ha spinta a scegliere la sua specializzazione?
R. La possibilità di aiutare le persone intrappolate nei più svariati disturbi e di poterlo fare anche senza farli spostare da casa per recarsi in studio. Questo è possibile sia attraverso le nuove tecnologie che internet ha messo a disposizione di tutti negli ultimi decenni (Skype per le video-sedute, sessioni via e-mail o Chat) e sia attraverso il mio lavoro volto a rendere le tecniche psicologiche fruibili anche attraverso tali modalità.

D. Un momento speciale legato al suo lavoro.
R. La conclusione del percorso terapeutico, quando le persone hanno risolto il problema per il quale avevano iniziato la terapia.  E il loro eventuale ritorno quando si ritrovano ad affrontare un qualche altro problema che la vita, inevitabilmente, pone sul loro cammino. 

D. Tre cose che ama del suo lavoro.
R. 
1. La possibilità di dare aiuto alle persone senza imporre loro lo spostarsi in studio; 
2. La diagnosi veloce, la varietà di efficaci tecniche psicologiche a disposizione per molte tipologie di problemi; 
3. Il fatto che tutte le tecniche sono brevi: non più di 15-20 sedute, spesso anche di meno.

Ora alcune domande sulle più comuni curiosità dei pazienti sulla sua specializzazione.

D. Quali sono, per lei, tre qualità che ogni psicologo/a dovrebbe avere?
R. 
1. Capacità di ascolto e comprensione; 
2. capacità di giungere ad una diagnosi corretta; 
3. Conoscenza di molte tecniche psicologiche per adattarle al tipo di problema presentato.

D. Gli attacchi di panico si possono prevenire?
R. Normalmente le persone prevengono gli attacchi di panico con l'evitamento o con i farmaci. Ma, nel primo caso, l'evitamento aggrava il problema con la conseguenza della progressiva riduzione degli spazi vitali; nel secondo caso, gli psicofarmaci curano il sintomo ma non risolvono il problema, anzi, creano dipendenza e se ne subiscono i vari effetti collaterali.

D. Due attività che consiglierebbe a chi soffre di ansia.
R. 
1. Effettuare una psicodiagnosi quanto più possibile dettagliata per avere anche una misura dell'ansia, oltre che un profilo della personalità; 
2. Richiedere un trattamento che includa un lavoro su un doppio binario: con l'apprendimento di una tecnica di rilassamento psico-fisico da un lato e, dall'altro, l'analisi dei vissuti sia fisici che psicologici per la costruzione di prescrizioni comportamentali personalizzati al fine di risolvere l'ansia e gli attacchi di panico senza l'apporto di psicofarmaci.

D. Quale domanda riceve più spesso dai suoi pazienti? Come risponde?
R. La domanda che ricevo più frequentemente è: "Cosa devo fare per ritornare come prima"? La risposta: "Non si ritorna mai come prima, semmai si diventa più forti ed equilibrati di prima".