mercoledì 19 giugno 2019

Il giuramento di Ippocrate

La persona è molto più del suo problema o del suo disturbo. La persona non è solo la sua malattia ma una totalità: essa è corpo, mente, emozioni, anima. Va sì considerato il sintomo, ma anche l'ambiente, l'alimentazione, le relazioni. 
Per fortuna oggi le scienze che si occupano della salute e del benessere dell'uomo stanno confluendo l'una nell'altra; infatti, si parla sempre più di medicina integrata o di medicina olistica e ci si occupa non solo della parte del corpo che presenta problemi, ma di tutto l'organismo e del contesto in cui vive. Si può di certo affermare che oggi, anche se lentamente, c'è un ritorno alle origini della medicina, e cioè alla medicina ippocratica. Infatti, affermatesi intorno al IV secolo a.C, la medicina ippocratica aveva già in sé i principi della medicina integrata, e il famoso giuramento di Ippocrate ne è la testimonianza.


Il giuramento di Ippocrate - Testo Moderno

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo,

GIURO:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;

di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;

di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;

di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;

di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze;

di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;

di prestare in scienza e coscienza, la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;

di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali;

di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;

di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;

di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica;

di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;

di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;

di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

giovedì 6 giugno 2019

Il Bushido

Immagine tratta dal sito www.sott.net
di Riccardo Tristano Tuis 
Bushido è una parola giapponese il cui significato letterale è la Via del Guerriero, ed è un codice di condotta, un modello di vita adottato dai samurai. 
I sette principi del Bushido cui un samurai deve attenersi scrupolosamente sono: rettitudine, coraggio, benevolenza, rispetto, onestà, onore e lealtà. Questi principi devono essere perseguiti fino alla morte poiché il loro venir meno causa il disonore del guerriero. 
La società giapponese, seppur corrotta come ogni società umana, non tollera la presenza di un corrotto smascherato. Nella società giapponese se qualcuno cade in disgrazia agli occhi dell'opinione pubblica, costui si allontanerà spontaneamente dal suo ruolo sociale; ciò troppo spesso non accade nelle altre società dove i corrotti seppur smascherati continuano a presenziare nel tessuto sociale rimanendo in ruoli di grande influenza, se non addirittura ai massimi vertici, almeno finché non riescono ad eludere una legge troppo spesso compiacente.
Nella via del guerriero si può arrivare anche a sacrificare la propria vita in battaglia per non perdere l'onore, ma questo non significa muovere guerra come fanno le culture islamiche o cristiane che, sotto il nome di una "guerra santa" o di una guerra preventiva (l'assurdità di questo termine per manipolare l'opinione pubblica è evidente) nascondono l'intolleranza, il fanatismo o l'avidità, figli di una mente ignorante completamente schiava dei campi mentali condivisi che la strutturano.
Il guerriero non deve mai entrare in guerra se non per difendere la propria dignità e non deve essere nessuno a mandarlo in guerra se non il suo stesso cuore; nessuna nazione ha dunque il diritto di imporre il sacrificio di un uomo e se lo fa è solo una bieca dittatura mascherata da democrazia. 
Nessuna fede, idea o presunta verità vale più di una vita umana ed è per questo che, paradossalmente, il guerriero deve essere pronto a sacrificare o quella di chi minaccia la sua dignità, libertà o stessa vita. Una vita nella schiavitù non è degna di essere vissuta e, se buona parte parte dei giocatori fosse disposta a morire piuttosto che privarsi della propria libertà, a nessun tiranno sarebbe mai permesso di portare il videogioco olografico alle estreme conseguenze di un'assenza di giocatori.
Se le persone scegliessero la via alla propria sovranità interiore, tale presenza di guerrieri, oltre a non permettere la presenza di tiranni fisici, eliminerebbe anche la presenza della tirannia invisibile.
Quando la nostra dignità e libertà sono minacciate, si consiglia di fare in modo che la battaglia non sia fisica, in quanto esistono modi più sottili per eliminare i tiranni dalla nostra realtà. Essi vanno eliminati nella nostra mente, ossia togliendoli da qualsiasi ancoraggio nella propria realtà.
Il pernicioso e imperante costume sociale della corruzione è

sabato 1 giugno 2019

Mùsica de Sanaciòn: Lo siento, perdón, gracias, te amo - Darwin Grajales

Questa è la prima delle canzoni che propongo nella rubrica: Musicoterapia ovvero Mùsica de Sanaciòn. Questa, in particolare, è indicata in tutte quelle situazioni di conflitto, risentimento, accusa e sensi di colpa; sia nelle relazioni di coppia che nel rapporto con importanti figure di riferimento come i genitori. 





Traduzione del testo:

E' giunta l'ora dei conti
E quasi sempre sta mancando
Pensavi che trovando colpevoli
La tua vita sarebbe andata migliorando

Giudizi e sentenze
Hanno fatto un mondo più violento
Il cerchio continua a girare
E l'odio lo sta guidando.

Mi dispiace perché ora capisco
Che la paura e i risentimenti
Stanno creando reazioni
Di guerra per non stare attenti.

Mi dispiace perché ti condanno
Mi dispiace perché ti censuro
Mi dispiace perché stai chiamando
E mi dispiace perché non ti sento.

Scusa, scusa, grazie, ti amo. (bis).

Scusa per tanta indifferenza
Per non aver fatto i miei compiti
Per aver messo nelle mani tue
Quello che mi spettava.

Scusa per averti in prigione
Del potere e l'accaparramento
Mi dispiace darti lo spazio
Quello che non sto assumendo. (bis)

Scusa, scusa, grazie, ti amo. (bis).

Grazie per aver fatto la tua parte
Di creare l'equilibrio
Perché mi sto svegliando
E lo farò con te.

Grazie per pagare il prezzo
Grazie per avere spostato il mio piano
Grazie perché tu eri il mio specchio
Grazie per essere il mio maestro. (bis).

Scusa, scusa, grazie, ti amo. (bis).

Ti amo perché siamo uno
E viviamo nella stessa casa
Per questo voglio liberarti
Così puoi essere te stesso.

Ti amo perché mi affronti
Ti amo per i tuoi sacrifici
Ti amo perché quando perdoni
Sto perdonando a me stesso.

E chi è senza peccato
Scagli la prima pietra
Se vuoi camminare più leggero
Scusa e non fare resistenza.

Scusa, scusa, grazie, ti amo. (bis)."