giovedì 30 aprile 2015

Sei neurotossici chimici industriali legati all'aumento dei disturbi cerebrali

"... I bambini di tutto il mondo sono esposti a sostanze chimiche tossiche non riconosciute che ne stanno silenziosamente alterando l'intelligenza e i comportamenti, precludendone i risultati futuri e danneggiando la società..."
L'aumento dei disturbi come l'autismo, ADHD e dislessia potrebbe essere legato all'uso industriale di prodotti chimici neurotossici, secondo una nuova ricerca pubblicata su The Lancet ( Grandjean & Landrigan, 2014 ).

Gli epidemiologi hanno identificato sei sostanze chimiche che potrebbero avere effetti negativi sullo sviluppo dei bambini.
Le sei sostanze chimiche includono: fluoro, manganese, un solvente chiamato tetracloroetilene, DDT (un pesticida) e un ritardante di fiamma contenente etere di difenile polibromurato.

Il ricercatore Philippe Grandjean, della Harvard School of Public Health, ha spiegato:
"La più grande preoccupazione è il gran numero di bambini che sono affetti da danno tossico, nocivo per lo sviluppo del cervello. Tali bambini presentano infatti:

lunedì 27 aprile 2015

Il buono, il brutto e l'ignoto: uso dei dispositivi mobili e interattivi per bambini


I dispositivi interattivi sono ormai di uso comune, e i bambini li utilizzano sempre più spesso e sempre in più in giovane età. L'impatto che questi dispositivi mobili stanno avendo sullo sviluppo e il comportamento dei bambini è ancora relativamente sconosciuto.
In un articolo apparso sulla rivista Pediatrics, i ricercatori, nell'esaminare i diversi tipi di media interattivi oggi disponibili, sollevano questioni importanti per quanto riguarda il loro uso come strumenti educativi, così come il loro potenziale ruolo dannoso nell'arresto della crescita e dello sviluppo di importanti strumenti di autoregolamentazione.
Mentre ci sono molti studi che hanno dimostrato che i bambini di età inferiore a 30 mesi non possono imparare dalla televisione e dai video, allo stesso modo di come potrebbero imparare da interazioni della vita reale, ci sono meno studi che hanno indagato se questo è il caso anche delle applicazioni interattive. 
Le prime ricerche suggeriscono che i media interattivi, come libri elettronici e applicazioni didattiche che possono essere d'aiuto nell'insegnamento risultano essere molto utili ma solo

mercoledì 8 aprile 2015

Stili di studio poco efficaci

Foto tratta da: "psicologicampani.it"
L'essere umano è un organismo destinato ad apprendere e, già fin da piccolo, ha in se stesso la capacità innata di trasformare i limiti in punti di forza, le difficoltà in risorse; ma non sempre le cose vanno in questo modo. Spesso il percorso è costellato da blocchi, interruzioni, difficoltà a raggiungere la meta spesso proprio quando si giunti vicino al traguardo, ecc. 
Il prototipo del periodo della vita da studente va dalla prima giovinezza alla prima età adulta e cioè dall'inizio della scuola secondaria fino all'università. E questo è anche il periodo maggiormente affrontato nella pratica clinica. Con i bambini si preferisce intervenire mediante la terapia indiretta e cioè attraverso i genitori.
Le difficoltà che lo studente incontra nel corso della sua carriera scolastica possono riguardare la comprensione, la memorizzazione, l'apprendimento e l'esposizione; e nei suoi tentativi di risolvere i problemi si possono rintracciare pattern percettivo-reattivi abbastanza tipici alcuni di questi sono basati sull'intensificazione volontaria del controllo; altri su strategie di evitamento. In pratica di fronte alle difficoltà lo studente o si impegna di più (ma in modo inconcludente) oppure scappa, fugge e alla fine rinuncia. 
Le categorie che seguono raggruppano gli studenti in base alle varie tipologie di stili poco efficaci che normalmente adottano di fronte a difficoltà nello studio.

LO STUDENTE INCATENATO
La prima tipologia di blocco coinvolge sia la motivazione che l'attività di studio. E' il punto di arrivo di una difficoltà divenuta ormai impedente come reazione all'imposizione dello studio, sia esso etero o autoindotto.
La manifestazione più tipica è lo stupor di fronte al libro. A questo livello di blocco