lunedì 23 febbraio 2015

La disoccupazione è causa di 45.000 suicidi in tutto il mondo

Uno su cinque suicidi in tutto il mondo è causato da questo e la cifra è in aumento.

Nuove ricerche hanno dimostrato che la disoccupazione è causa di circa 45.000 suicidi in tutto il mondo, ogni anno. Questa cifra rappresenta un quinto del totale dei suicidi a livello mondiale.

La ricerca, pubblicata su: "The Lancet Psychiatry" , riporta i dati raccolti in 63 paesi tra il 2000 e il 2011 (Nordt et al., 2015). 
I ricrcatori hanno scoperto che il rischio di suicidio a causa della disoccupazione era salito tra il 20 e il 30 per cento in tutte le regioni del mondo.
Inoltre, dato che il periodo di inizio della recessione risale al 2008, in questi anni 2000 - 2011 (cioè quelli presi in considerazione dallo studio) è stato possibile valutare gli effetti di tale recessione.

Il Dr. Carlos Nordt, che ha condotto lo studio, ha detto:
"Dopo l'anno della crisi, nel 2008, il numero di suicidi è

mercoledì 18 febbraio 2015

Dismorfofobia: quando il corpo diventa un nemico


DEFINIZIONE
Il termine Dismorfofobia deriva dalle parole greche: timore (phobos) della forma distorta (dis-morphé) e fu coniato per la prima volta alla fine dell'ottocento da Morselli. Tale disturbo psicologico è caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per un difetto fisico realmente esistente o percepito come reale. Si tratta di una percezione alterata della propria immagine corporea, in cui l’ossessione per un difetto, inesistente o minimo, domina la vita della persona, e queste preoccupazioni spesso diventano incontrollabili, portandola a passare molte ore della giornata a rimuginare sul difetto fisico.
La persona può passare molto tempo davanti ad uno specchio, o al contrario evitare qualunque superficie che possa riflettere la sua immagine, e tenterà di nascondere il difetto in qualunque modo, per es. con il trucco o con l’abbigliamento. 
La dismorfofobia è un disturbo grave che può portare il soggetto all’isolamento sociale, minando la sua autostima, generando insicurezza e portandolo spesso a far sfociare l’angoscia in comportamenti fobico-ossessivi. Come avviene per tutte le paure che diventano patologiche, la dismorfofobia è un disagio fortemente limitante 

venerdì 13 febbraio 2015

Il Disturbo Post Traumatico da Stress raddoppia nelle donne il rischio di sviluppare il diabete



Secondo i ricercatori della Mailman School of Public Health alla Columbia University e l’Harvard School of Public Health, le donne con Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) hanno una probabilità quasi due volte maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2, rispetto alle donne che non hanno tale diagnosi. 

Lo studio longitudinale di questi ricercatori fornisce la prova, ad oggi più significativa, di una relazione causale tra DPTS e diabete di tipo 2. I risultati sono stati pubblicati online sulla rivista JAMA Psychiatry . 

I ricercatori hanno analizzato i dati del sondaggio, raccolti dal 1989 al 2011, di 49.739 donne iscritte al Nurses Health Study II ed hanno trovato che, più erano alti il numero e la gravità dei sintomi del DPTS, più era elevato, per una donna, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Dall’età di

lunedì 9 febbraio 2015

Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)

“Possiamo essere schiavi del passato ma dobbiamo assolutamente essere i signori del futuro“. B. Pascal

DEFINIZIONE
Il disturbo post traumatico da stress (DPTS) consiste in una sindrome caratterizzata da forti sofferenze psicologiche causati da un evento traumatico, catastrofico o violento.
Originariamente esso era conosciuto come nevrosi da guerra, proprio perché inizialmente tale disturbo veniva spesso riscontrato nei soldati reduci da combattimenti e situazioni belliche molto cruenti. Successivamente, in particolare dopo la guerra del Vietnam, la prevalenza delle sindromi post-traumatiche nel personale militare iniziò a manifestarsi in modo significativo ed il tema iniziò ad essere portato all'attenzione di alcuni psichiatri sensibili al problema, così che nel 1980 fu introdotta nel DSM III la diagnosi di Post-Traumatic Stress Disorder. Nella versione riveduta del DSM IV sono individuati 3 differenti tipi di disturbi:

  • Disturbi dell'Adattamento (DA): si tratta di disturbi di moderata entità, con sintomi di tipo ansioso e depressivo, reattivi ad un evento emotivamente significativo ma che non implica necessariamente un'esperienza di morte (reale o minacciata) è il caso, ad esempio, di un abbandono amoroso o di un licenziamento improvviso;
  • Disturbo Acuto da Stress (DAS): è una condizione psicopatologia acuta che si manifesta, entro un breve

venerdì 6 febbraio 2015

Onicofagia


DEFINIZIONE E DESCRIZIONE
L’onicofagia è un disturbo compulsivo che porta il paziente a mangiare le proprie unghie e, nei casi più gravi, anche le pellicine e le cuticole circostanti, con conseguenze nocive sia a livello fisico che psicologico.

Il DSM-IV-R classifica l'onicofagia come un disturbo del controllo degli impulsi.  E' solitamente classificata tra i disturbi comportamentali e delle emozioni che si presentano durante l’infanzia e l’adolescenza; se trascurata, l’onicofagia può protrarsi fino all’età adulta. Si tratta di un’attività inconscia compiuta dal soggetto, il quale, per la maggior parte del tempo, non si rende conto di quando le mani sono portate alla bocca e i denti cominciano a rosicchiare le unghie.
Questa abitudine di rosicchiare le estremità delle dita si manifesta soprattutto in periodi di nervosismo, noia e stress, e può rappresentare semplicemente un sintomo di ansia, ma anche di disagio profondo. Molte volte essa trae origine da uno stato emotivo inquieto, espressione di un disagio affettivo avente lo scopo di scaricare le tensioni interne.
La maggior parte delle persone trova in questa abitudine l’unico modo per calmare sé stessi.

PSICODINAMICA
Secondo la teoria freudiana, l’abitudine di mangiare le unghie è un sintomo di fissazione orale, in quanto si manifesta prevalentemente con un’ossessiva stimolazione della zona. Inoltre, portare qualcosa alla bocca richiama, a livello metaforico, l’esperienza del seno materno e l’onicofagia è utilizzata per ottenere lo stesso effetto calmante. 

CAUSE
All’origine del vizio di mangiarsi le unghie, spesso vi è una

lunedì 2 febbraio 2015

1° Corso on-line individuale di Training Autogeno Superiore (T.A.S.)

Per coloro che hanno appreso il T.A. somatico di base e vogliono completare il percorso autogeno, iniziano dal 1 febbraio le iscrizioni per il Training Autogeno Superiore individuale on-line: sarà possibile iscriversi fino al 31 marzo 2015. I corsi si svolgeranno nei mesi di aprile e maggio 2015.
      Il T.A.S.  è il naturale completamento del T.A. somatico di base. Esso comprende una serie di 8 esercizi che includono immagini mentali specifiche, ciascuna delle quali esplora un aspetto profondo della personalità. La prima esecuzione di ogni esercizio viene fatta sotto la guida della psicologa, poi sarà svolto autonomamente 3 volte a settimana.
      Mentre il T.A. di base è una tecnica che include prevalentemente l'aspetto psico-somatico e il sistema neurovegetativo, il T.A.S. riguarda invece più specificatamente la sfera psichica e i vissuti profondi della personalità: esso permette di raggiungere le insicurezze frenanti, ma anche le potenzialità latenti. Quindi, il T.A.S., oltre che essere per tutti un importante strumento per la crescita interiore, esso diventa insostituibile quando l'eventuale sintomatologia che il paziente presenta nasca da un vero e proprio disagio esistenziale (mancanza di senso della vita, di valori, ecc.). 
      Ogni incontro avrà un costo di 40,00 € pagabili anticipatamente con bonifico o con accredito (anche di volta in volta) su postepay. Al termine sarà rilasciata ricevuta di pagamento.
      Inoltre, alla fine del corso, si avrà diritto gratuitamente al re-test del Luscher per un confronto con la prima somministrazione (quella preliminare al corso di Training Autogeno di base).
       Per l'iscrizione si può telefonare al n. 389 1161310, oppure tramite il modulo che troverete QUI.