martedì 26 gennaio 2016

Bruxismo


DEFINIZIONE
Il termine Bruxismo deriva dalla lingua greca, ed indica una particolare abitudine che consiste nel digrignare o serrare i denti. 

Si può, quindi, distinguere tra: 
  • Bruxismo “rumoroso” (digrignamento)
  • Bruxismo“silenzioso” (serramento)
  • Bruxismo misto

Il bruxismo è stato definito un'attività parafunzionale in quanto non rientra nella “funzione” propria della bocca, come d'altronde accade anche per altre abitudini tipo: masticare gomme americane, mangiarsi le unghie, morsicarsi le labbra, morsicare penne o matite ecc. 
Il singolo episodio di bruxismo può durare in media nove secondi, riguarda circa il 10% della popolazione ed ha uguale incidenza tra maschi e femmine. Nei bambini la percentuale aumenta a circa il 30% con la più alta incidenza in bambini al di sotto dei 5 anni.
Solitamente il bruxismo viene attuato in stato di incoscienza cioè durante il sonno; tuttavia l'instaurarsi col tempo dell'abitudine, fa sì che il soggetto lo possa compiere anche da sveglio.

SEGNI E SINTOMI
I sintomi non sono chiari, e si sovrappongono per lo più a quelli derivanti dalla malocclusione. Fino a qualche tempo fa si riteneva che i due fenomeni fossero strettamente collegati, ma la ricerca scientifica ha dimostrato che bruxismo e malocclusione sono due fenomeni completamente diversi che hanno in comune solo gli effetti dannosi a carico dell'articolazione temporo-mandibolare.
Clinicamente si può sospettare la presenza di bruxismo quando si verifica una di queste
condizioni:
  • vi è la coscienza di digrignamento o serramento dei denti durante la notte
  • sono presenti abrasioni dentali
  • affaticamento o dolore ai muscoli masticatori
  • esagerato ingrossamento dei muscoli della guancia durante il serramento volontario dei denti
  • cefalea (spesso diagnosticata erroneamente come tensiva o muscolo-tensiva)
  • dolori cervicali e/o alle spalle
  • vertigini
  • acufeni o titinnii nell'orecchio
  • dolori o rumori vicino all'orecchio
  • sonno non riposante.

CONSEGUENZE
Il bruxismo crea soprattutto un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria; infatti, i muscoli della masticazione dovrebbero essere attivi per circa 1, 2 ore al giorno per masticare i cibi durante i pasti, oltre ad una minima attività durante il resto del giorno per parlare e deglutire. Per il resto dovrebbero aver modo di riposare. Quando una persona soffre di bruxismo, i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte, quando dovrebbero riposare, e, come qualsiasi altro muscolo del corpo, si affaticano e diventano dolenti. Questo affaticamento si può estendere anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a forme di mal di testa o dolori cervicali soprattutto al risveglio.
Inoltre il bruxismo porta conseguenze molto gravi agli elementi dentali. Innanzitutto scheggiature che possono col tempo rappresentare un luogo di attecchimento e sviluppo di batteri. Poi l’alterazione della forma degli stessi. Lo smalto può venire usurato in modo molto grave, fino alla sua definitiva scomparsa: a quel punto, lo strato interno della dentina, può divenire insolitamente visibile. Se non diagnosticato in tempi brevi, l’usura può aggredire anche la dentina.

CAUSE
La causa del bruxismo non è nota, per quanto ci siano alcune teorie sulla sua origine.

  1. Una prima teoria ipotizzava (come già accennato sopra) che la malocclusione dentale potesse scatenare questa attività come in un tentativo dell’organismo di eliminare le interferenze consumandole digrignando i denti, tuttavia studi più recenti tendono a non supportare più questa teoria.
  2. Altri autori sostengono che il bruxismo è da interpretarsi sempre come il sintomo o di una forma nevrotica o di tendenze aggressive inconsce, ma anche di uno stato di tensione nervosa fortemente legata allo stress; e in alcune persone questo sembra essere vero perché loro stessi notano questa associazione. Ovviamente in questi casi è necessario utilizzare tecniche di rilassamento, come la meditazione e il training autogeno.
  3. Secondo la Teoria Centrale la causa del bruxismo risiede nel sistema nervoso centrale (nuclei motori del trigemino) ed è acquisito per plasticità neurale (viene “imparato a memoria”). Le cellule addette al controllo del ritmo sarebbero situate in una porzione del cervello detta formazione reticolare mediale del tronco dell’encefalo. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15978723. L’equilibrio tra i nuclei trigeminali che “ordinano l'inizio” di questi movimenti (nucleo motore trigeminale) e quelli che lo frenano sono regolati da mediatori delle cellule nervose, sui quali è possibile intervenire con tecniche di rilassamento e con specifiche suggestioni attraverso tecniche immaginative. 
  4. Ci sono poi alcune malattie neurologiche che provocano la comparsa di movimenti involontari e aumentano anche l’attività dei muscoli della masticazione e quindi il bruxismo. Ovviamente in questi casi l’intervento del neurologo è indispensabile.
  5. Come ultima ipotesi si deve considerare che alcuni farmaci possono dare effetti collaterali che coinvolgono l’attività muscolare provocando bruxismo, tra questi ci sono alcuni neurolettici e antidepressivi. In tal caso consultare lo specialista per interrompere, eventualmente, l'assunzione o cambiare il farmaco.

TRATTAMENTO
Indipendentemente dalla causa del bruxismo ci sono dei sistemi che permettono di controllarlo e di evitare, o perlomeno ridurre, i danni che può causare alle varie strutture della bocca.
Ovviamente non è possibile controllare consciamente il bruxismo notturno, perché si verifica mentre dormiamo. Però è possibile utilizzare il bite cioè un dispositivo rimovibile in resina trasparente che si inserisce sui denti (solitamente superiori) e permette di ridurre gli effetti del bruxismo. Innanzitutto evita l’usura dentale e i danni ai denti, perché impedisce che i denti vengano in contatto.
Se il bruxismo è presente anche nello stato di veglia è importante imparare a controllarlo. Infatti non si può pensare di utilizzare un bite anche durante il giorno, se non per un periodo di tempo limitato. In questo caso è indispensabile riuscire a identificare i momenti in cui si presenta maggiormente in modo da prestare particolare attenzione per bloccarlo volontariamente.

Risulta chiaro che queste soluzioni non risolvono affatto il disturbo ma si limitano unicamente a contenere i danni.
E' evidente che trattandosi di un sintomo la terapia del bruxismo va fatta a monte: cioè va rivolta alle cause che lo determinano. Si tratta di sondare il dinamismo della personalità, come del resto in tutte le manifestazioni autoaggressive (ad es. l'onicofagia, la tricotillomania ecc.) al fine di stabilire il significato che il digrignare i denti assume per il paziente, cercando così di risolvere i conflitti emotivi di base magari con il supporto di tecniche immaginative adattate alle problematiche del paziente. Questo lavoro va fatto sul binario mentale. Ma, essendo il bruxismo una manifestazione fisiologica di un disagio interiore è importante intervenire anche sul piano somatico con delle tecniche di autodistensione. Fra le diverse tecniche di rilassamento, il Training Autogeno, essendo un potente strumento riequilibratore dei processi neurovegativi, e quindi in sintonia con la Teoria Centrale, risulta essere la tecnica più indicata.


Dott.ssa Maria Giovanna Zocco


Fonti:
Prof. Luigi Peresson - Ipnositerapia: le suggestioni Vol. III - Faenza Editrice
Dr Daniele Tonlorenzi - Bruxismo: come riconoscerlo e come affrontarlo - su "Medicitalia.it"
Dr Marcello Melis - Bruxismo: cause, sintomi e terapia -  su "Bruxismo.eu"


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