martedì 29 marzo 2016

L'eterno giorno: effetti dell'inquinamento luminoso sugli esseri viventi.

INTRODUZIONE
Quante volte capita che il medico non riesce a individuare la causa di certi malesseri o dell'insonnia stessa? E alla fine non gli resta altro che prescrivere farmaci per dormire, ansiolitici e quant'altro? A nessuno viene in mente che l'inquinamento luminoso [15] delle città (ora anche delle campagne) insieme alle altri fonti di inquinamento possa impedire il giusto equilibrio e funzionamento dell'organismo. Questo potrebbe essere uno dei tanti motivi in più a spiegare il nervosismo, le malattie, l'intolleranza crescente che si rileva nei rapporti umani. Eppure noi non
diamo molta importanza all'inquinamento luminoso, anzi, la prima cosa che, ad esempio,  si chiede agli amministratori di un Comune è proprio quella di avere una maggiore illuminazione nelle città e nelle zone rurali. Senza considerare che, oltre al dispendio di denaro pubblico, l'inquinamento luminoso possa essere responsabile di vari disturbi nervosi e di un abbassamento delle difese immunitarie che rendono il nostro organismo molto più vulnerabile agli aggressori esterni (virus, batteri ecc.).
DEFINIZIONE:
Ma cosa si intende esattamente per inquinamento luminoso?
Si definisce inquinamento luminoso: “qualunque alterazione della quantità naturale di luce presente di notte nell’ambiente esterno e dovuta ad immissione di luce di cui l’uomo abbia responsabilità”. [2]
RICERCHE E STUDI SCIENTIFICI
Numerosi studi hanno dimostrato come  l’inquinamento luminoso “ha effetti dannosi per l’ambiente soprattutto per gli animali migratori, come le tartarughe o gli uccelli. Studi scientifici hanno accertato che sono tutte queste luci a far perdere loro la bussola. È come se non ricordassero più la rotta giusta. Lo scienziato B.E: Witherington nel 1992 ha studiato la risposta comportamentale delle tartarughe di mare nella deposizione delle uova  in presenza di luce artificiale. Le testuggini preferivano non nidificare là dove c’erano le luci e avevano difficoltà a trovare la strada di ritorno una volta approdate sulla spiaggia. Anche se sono le falene che hanno la peggio perché impostano la rotta migratoria basandosi sulla luna e sulle stelle più luminose. Chi pensasse che le piante sono escluse dal problema è meglio che cambi idea. Molte piante sono costrette a fiorire a causa di esposizioni forzate a luci artificiali. E questo a discapito del fiore stesso che tende a morire prima”. [2]
Ma è soprattutto l’uomo l’inconsapevole vittima principale dell’inquinamento luminoso, in quanto sempre più sottoposto a continua stimolazione luminosa anche di notte.
“E’ stato accertato che è sufficiente una piccola quantità di luce durante la notte per inibire la produzione di melatonina. Una costante soppressione di questo ormone, può avere effetti molto gravi sulla nostra salute e portarci a sviluppare malattie croniche importanti. È stato scoperto un nuovo sensore dell’occhio che regola il nostro orologio interno e la produzione di melatonina – spiega Fabio Falchi presidente di “Cielo buio” in una intervista per GreenStyle – L’esposizione, anche breve, alla luce artificiale interrompe la produzione notturna di questo ormone.
Secondo alcuni studiosi israeliani, precisa il presidente di CieloBuio, questa carenza di melatonina durante la notte potrebbe addirittura essere legata all’incidenza del cancro. Un rischio ancora da verificare, ma l’International Agency for Research on Cancer ha riconosciuto che il lavoro notturno, con l’alterazione dei ritmi circadiani, può essere considerato uno degli agenti probabilmente cancerogeni per l’uomo”. [8]
L’illuminazione notturna, come già detto sopra, provoca nell’uomo l’alterazione dei ritmi cicardiani, in quanto la produzione della melatonina viene bloccata già con bassissimi livelli di luce. Recentemente (2001) è stato, infatti, scoperto un nuovo fotorecettore che non contribuisce al meccanismo della visione, ma regola il nostro orologio biologico.
L’uomo possiede un sistema neurovegetativo che funziona proprio come un orologio biologico: esso regola il funzionamento del nostro sistema nervoso e del nostro organismo il quale, non dimentichiamolo, si è adattato a vivere con i ritmi di sonno e di veglia legati alla notte e al giorno. E’ ciò che prende appunto il nome di “ritmo cicardiano”.[3]  
Di conseguenza, se ne deduce che le condizioni ideali per il buon funzionamento del sistema neurovegetativo sono: dormire al buio durante la notte e svegliarsi gradualmente alla luce del sole.
“L’inquinamento luminoso però è in grado di condizionare e sfasare questo orologio biologico; in altre parole i meccanismi che regolano il corretto funzionamento delle nostre cellule ne risulterebbero gravemente danneggiati predisponendosi alla neurodegenerazione.
A renderlo noto è anche un altro studio condotto dall’Università dell’Oregon, secondo il quale la luce artificiale danneggerebbe seriamente la salute dell’uomo e dell’ambiente. I ricercatori, infatti, sostengono che l’inquinamento luminoso rappresenti uno dei principali fattori distruttivi del bioritmo umano.
Dagli esperimenti condotti sulle mosche della frutta (che hanno meccanismi funzionali dell’orologio biologico simili a quelli dell’uomo), infatti, sono emerse interferenze con il ritmo circadiano e degenerazioni cerebrali paragonabili a quelle che avvengono natualmente con l’invecchiamento. Il risultato è che il tempo di vita medio diminuisce del 32-50%, con una perdita di gran parte delle funzioni motorie e un rapido sviluppo di “buchi” cerebrali”. [7]
Se ne può dedurre, quindi, che l’inquinamento luminoso, è molto dannoso perché l'organismo, di notte, ha bisogno del buio per dormire bene e recuperare l'energia, riparare le cellule e rafforzare il sistema immunitario. Durante la notte, infatti, l'organismo produce la melatonina [8] [9] un ormone prodotto dall'ipofisi o ghiandola pineale, essa viene sintetizzata in assenza di luce e la sua massima concentrazione nel sangue viene raggiunta tra le 2 e le 4 di notte, per poi ridursi gradualmente all'approssimarsi del mattino. L'esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina, alterando non solo il ritmo di sonno-veglia e quindi il recupero dell'organismo, ma lo espone ad un rischio maggiore di malattie fisiche e nervose e anche diverse forme di tumori [13] come ad esempio il tumore prostatico [10] oltre che, come accennato prima, a favorire la degenerazione cerebrale.
            Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che un brusco passaggio da uno stato di sonno ad uno di veglia può creare capogiri, nausea, nervosismo, disturbi alla cervicale ecc. Quindi non è bene per l'organismo passare di colpo dal buio e dal rilassamento notturno del sonno, alla luce improvvisa e al movimento fisico che ne consegue, nonostante molti lo facciano e sono convinti che sia innocuo. Non per niente, infatti anche dopo un semplice esercizio di rilassamento psicofisico di 5 minuti, come ad esempio il Training Autogeno, bisogna fare bene la “ripresa” onde evitare effetti collaterali come appunto capogiri, nausea, vertigini ecc.
NORMATIVA:
Da tempo quasi tutte le Regioni italiane si sono dotate di leggi che regolamentano l’inquinamento luminoso, norme che riguardano non solo l’illuminazione pubblica ma anche la limitazione della luce intrusiva con normative tecniche che fanno riferimento all’illuminamento entro una proprietà privata, o sulle pareti in prossimità di finestre, e alla luminanza delle pareti delle case adiacenti l’impianto.
Esistono, inoltre, dei precedenti di sentenze [12] in cui la Corte di Cassazione ha stabilito che sono risarcibili anche i danni da inquinamento luminoso arrecati alle colture agricole per alterazione della fotosintesi [13].  In base a quanto riportato sopra: quanto più gravi sono i danni che l’inquinamento luminoso notturno continuato può arrecare alla salute dell’uomo?

Fonti:
  9) Melatonina


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