giovedì 5 giugno 2014

Come lo stress prolungato provoca disturbi mentali gravi


    Il delicato equilibrio tra materia bianca e grigia è interrotta da stress cronico.
Lo stress prolungato provoca cambiamenti nella materia bianca e grigia del cervello che potrebbe aiutare a spiegare i disturbi emotivi e successivamente l'ansia.
    In una serie di esperimenti, gli scienziati di Berkeley hanno scoperto che lo stress cronico porta a un minor numero di neuroni e una maggiore produzione di mielina ( Chetty et al., 2014 ).
    I neuroni costituiscono la cosiddetta materia grigia del cervello; questi sono utilizzati per memorizzare ed elaborare le informazioni.
Mentre la mielina è una sostanza bianca grassa che circonda le connessioni tra i neuroni e che aiuta il flusso di informazioni in tutto il cervello.
Sappiamo già che l'equilibrio tra materia grigia e bianca nel cervello è molto importante.
    Le persone che hanno disturbi da stress post-traumatico, per esempio, hanno
livelli più elevati di materia grigia rispetto alla materia bianca.
Si pensa che un cambiamento dell'equilibrio tra la materia bianca e grigia può alterare il modo in cui le parti del cervello comunicano tra loro.
     Questa alterazione potrebbe essere una delle basi biologiche di gravi disturbi mentali.
Uno degli autori dello studio, Daniela Kaufer di UC Berkeley, ha detto:

"Abbiamo studiato solo una parte del cervello: l'ippocampo, ma i nostri risultati potrebbero fornire informazioni su come la sostanza bianca cambia in condizioni come la schizofrenia, l'autismo, la depressione, il suicidio, l'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) e PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress)."

    I risultati provengono dallo studio di ratti e cellule cerebrali di ratto in coltura.
I ricercatori hanno scoperto, inoltre,  che lo stress cronico riduce il numero di cellule staminali destinate a diventare neuroni.
Kaufer ha spiegato come questo cambiamento nell'equilibrio tra materia grigia e bianca potrebbe influenzare la connettività nel cervello:

"Si può immaginare che se l'amigdala e l'ippocampo sono meglio collegate, le risposte di paura sono molto più veloci, ed è ciò che si nota in coloro che hanno vissuto lunghi periodi di  stress.
D'altra parte, se le connessioni con la corteccia prefrontale non sono ottimali, la capacità di reazioni adeguate è compromessa.

Fonte: "Psyblog - Understand your mind" 

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