mercoledì 27 novembre 2013

Loro: i padroni visibili di questo mondo - parte I - I Politici

Strana simbiosi tra giornalisti e politici
Questo post presenta più una connotazione sociologica che psicologica. Esso è interamente tratto da un libro intitolato: "Loro: i padroni invisibili di questo mondo" (Città del Messico 1988) l'autore è Salvador Freixedo (ex gesuita). Egli sostiene che oltre ai poteri invisibili del mondo ci sono i padroni visibili di questo mondo che si dividono in 4 categorie: politici, militari, maniaci del denaro e fanatici religiosi. Questo post riguarda la descrizione dei politici (nei prossimi post riporterò le altre 3 categorie).

"I POLITICI sono maniaci del potere puro. Non hanno la passione per le armi o per la violenza fisica, a loro piace comandare. Li esalta essere visti, essere temuti ed essere consultati. Scoppiano di piacere davanti alle telecamere o ad un microfono. Generalmente hanno personalità psicopatiche; sentono la mancanza di qualcosa dentro e per questo ambiscono vivere in odore di moltitudini. Temono e amano i giornalisti perché questi hanno il potere di distruggerli o di trasformarli in idoli della società. A loro volta i giornalisti - inclusi i direttori dei quotidiani- sono succubi dei politici perché costoro sono come i buffoni nazionali che li riforniscono gratis, giornalmente di notizie fresche con le quali riempire le pagine che saranno divorate con avidità dalla massa di ingenui seguaci di partiti.
Un giorno qualcuno dovrà fare uno studio psicoanalitico della curiosa simbiosi giornalismo-politica, e più concretamente giornalista-politico. Si amano e si odiano; si cercano e si
detestano; si costruiscono e si distruggono vicendevolmente…. i politici ingannano i giornalisti e questi distruggono i politici. Però alla lunga non possono vivere gli uni senza gli altri. Sono gli amanti di Teruel.

Si è detto che il potere corrompe specialmente i politici. Però questa corruzione non si riferisce solamente al cattivo uso o all’appropriazione di fondi, ma al cambiamento totale di mentalità e del modo di fare che si verifica in loro una volta installati nei posti che li rendono invulnerabili.
Si corrompono perché dicono sì a cose alle quali precedentemente, per principio avevano detto no; si corrompono perché non mantengono le promesse ed usano la demagogia come i loro predecessori; i più alti in grado si corrompono perché perdono completamente il contatto con il popolo e non difendono gli interessi di questo ma i propri e quelli del partito, e il loro grande obbiettivo si trasforma nel mantenersi al potere.
Per questo, vedendo con che frequenza questa metamorfosi si verifica nei politici una volta che hanno in mano il comando, si arriva a pensare che non è il potere che li deforma ma che vi giungono già deformati.

La verità è che i politici - buoni o cattivi – hanno un enorme potere per deviare o indirizzare le rotte della società ed anche per rendere felice o disgraziata la vita delle persone.
Dall’alto dei posti di comando il politico professionista perde la prospettiva della società e la vede in modo completamente differente. Gli succede quello che succede a coloro che prendono un aereo: da lassù vedono le cose in maniera diversa; in certo modo meglio e in certo peggio. Non riconoscono i luoghi che da sotto conoscono molto bene perché da sopra non si vedono le facciate delle case ma solo i tetti. Dall’alto del potere non si vedono le facce della gente né le necessità giornaliere e concrete; si vedono solo i deficit dei bilanci. Non si vede l’individuo; si vede la società, la nazione, lo Stato. L’uomo concreto si sfuma si perde, e il politico si dimentica di lui fluttuando in nubi di coalizioni, di alleanze, patti e lotte per mantenersi al suo posto.

I politici che salgono maggiormente nella scalata al potere organizzano frequentemente viaggi rituali di visite reciproche in pompa magna con grandi scorte d’onore, offrendosi mazzi di fiori, solenni accoglienze con passate in rivista a file di poveri schiavi armati di fucile, percorrendo viali coperti da passatoie e grandi banchetti: in questo non sbagliano mai. La parte più importante di queste visite di Stato e delle serissime riunioni di lavoro dei grandi statisti affondano le radici in grandi banchetti per i quali non si bada a spese.
Essi fingono di credere che chi paga questi banchetti sia l’“Erario”, che è solo una parola astratta; inoltre hanno già avuto la precauzione di includerli nel “Bilancio Generale dello Stato”, che sono altre tre parole astratte, mentre concretamente sono i loro concittadini a pagarli con i quali mantengono l'unico contatto con la scheda elettorale.

I politici, dall’alto del potere, dimenticano che gli uomini e le donne della loro nazione e del mondo intero desiderano e chiedono soprattutto la pace, ma loro spendono milioni in armamenti per tenersi buoni i militari. Non ricordano che gli uomini e le donne chiedono, dopo la pace, un posto di lavoro, e i politici stanziano migliaia di milioni in opere faraoniche, commemorazioni di scoperte, sprechi, investimenti non necessari, addirittura dannosi, prestiti ai loro amici politici di altri paesi, mentre milioni di uomini concreti, loro concittadini sono impegnati giorno e notte a guadagnare onestamente da vivere per sé e la propria famiglia.

I politici dalle loro altezze megalomaniacali non si rendono conto che è un orrore tremendo che in una famiglia si comperi un pianoforte ad uno dei fratelli mentre l’altro non ha di che sfamarsi. Anni fa, in una noiosa serata, dopo un ricevimento di gala, davanti all’ingresso del palazzo di vetro delle Nazioni Unite, feci una tremenda scoperta: uscivano gli ambasciatori delle varie nazioni; e quanto più erano miserabili le nazioni che rappresentavano tanto più erano lussuose le loro Cadillac".

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