lunedì 16 dicembre 2013

Loro: i padroni visibili di questo mondo - parte III - I Maniaci del denaro


MANIACI DEL DENARO.
Ce ne sono due tipi: i legali e gli illegali.
Gli illegali hanno meno potere nel governo del mondo; ma contribuiscono in modo indiretto ad aumentare il regnante caos. Sono bulli di gran classe che intendono vivere ai margini della società e si organizzano in mafie finanziarie e in gruppi segreti che ricattano e truffano la società in mille modi, con il solo fine di vivere bene. A volte lo fanno alla grande e professionalmente, a volte in proprio e su piccola scala. Per colpa dell’uno o dell’altro viviamo dietro le inferriate, la società deve spendere milioni in corpi di polizia e guardiani, si rovinano imprese e ci sono rapine a tutti gli angoli delle vie nelle grandi città.
Se questi gangsters, mascherati da persone onorate, da qualche parte arrivano a conseguire il potere politico - come è successo in qualche paese latinoamericano (e non solo) - allora l’assassinio, il peculato ed ogni sorta di crimini diventano il nostro pane quotidiano praticato dalle autorità stesse; normalmente questi bulli della società non ambiscono il potere politico; guadagnato il denaro lo mandano in Svizzera - il paese che vive coprendo i grandi ladroni di tutto il mondo e in altri cosiddetti "paradisi fiscali" – e vivono alla grande.
Un giorno o l’altro, si dovrebbe varare la pena di morte per queste sanguisughe che vivono
volontariamente e coscientemente spremendo il sangue dei loro concittadini.

Passiamo ai maniaci del denaro legali, che sono ancora più perniciosi degli illegali. Questi sono rinserrati nelle grandi banche, trust, holding, finanziarie ecc. e dai loro lussuosi uffici di cristallo, dall’alto dei grattacieli maneggiano, con un filo sottilissimo ma efficientissimo, il gran “guignol” della politica nazionale ed internazionale. I politici, molto seri, gesticoleranno, rilasceranno dichiarazioni o balleranno a seconda di come questi mefistofeli finanziari tireranno i fili.
A volte, quando ne scelgono uno in particolare perché lo ritengono servilmente utile per i loro interessi, lo elevano dal basso con una profusione di denaro di modo che divenga potente e abbia occasione di gridare più forte, sì da convincere il maggior numero possibile di pecorelle elettrìci.
Il rapporto fra la politica e la banca è molto più profondo di quello che appare. I politici cercano di non vessare troppo la banca perché questa possa condurre i propri affari in completa pace di spirito . A sua volta la banca finanzia le campagne dei politici e soprattutto li accoglie nel proprio seno quando un colpo infausto della sorte li disarciona dal potere e devono abbandonare quello che, ironicamente, si chiama “servizio pubblico”. Gli uffici delle grandi banche sono soliti essere i porti sicuri in cui riparano molte navi politiche naufragate.

Per i maniaci organizzati del denaro, la cosa più importante del mondo è accrescerlo. Che per questa loro esigenza una nazione sprofondi nel caos o un’impresa o un individuo si rovinino, ai gran mogul della finanza questo non interessa. L’unica cosa che conta per loro sono i dividendi perciò curano molto i buoni affari. La dozzina di guerre che ci sono attualmente su questo pianeta sono un’autentica miniera d’oro per i trafficanti d’armi e le banche finanziano tutte le bande antagoniste in campo perché l’affare perduri il più a lungo possibile; non importa quanta gente muoia.
Disgraziatamente per loro, nei decenni passati capitò il grasso affare di prestare soldi abusivamente a nazioni sottosviluppate governate da politici rapaci. I banchieri prestavano soldi anche sapendo che quel denaro indebitava maggiormente la nazione perché andava ad ingrassare i conti privati dei vari presidenti, ministri, generali ladroni che tanto hanno abbondato nei paesi sottosviluppati. I governanti patrioti e decenti, che hanno ereditato questi ignobili debiti, faranno molto bene a non pagare neanche una monetina rubata da politici ladroni e banchieri truffatori.

Le grandi banche sembrano degli avvoltoi: tanta più carne putrescente c’è, tanto più ingrassano. Ingrassano a spese delle imprese “giustiziate”, prese per il collo da interessi smisurati e non si sa da quali torbidi maneggi finanziari, che producono l’inesplicabile paradosso per il quale quando l’economia nazionale è a terra i guadagni delle grandi banche vanno a gonfie vele e questo è ormai comprovato senza ombra di dubbio.
Salvador Freixedo

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