Etimologicamente il
termine deriva dal greco
"akme" che significa: picco -
vetta. Si tratta di un
affezione della pelle caratterizzata da un disturbo funzionale delle ghiandole
sebacee o pilosebacee che, funzionando più del normale, provocano un aumento
del grasso della pelle definito seborrea. Diverse sono le varietà di acne, ma la più comune è la cosidetta "giovanile polimorfa", forma che compare all'epoca della pubertà ma
può anche manifestarsi o perdurare fino ai 30-40 anni in questo caso si
parla di "acne tardiva".
L'acne, nella maggioranza dei casi è
localizzata sul volto, ma si presenta anche su spalle e petto, spesso pustole e
papule (i brufoli) sono associati a comedoni (punti neri).
A tutt'oggi non è
stata individuata una vera e propria causa dell'acne. Considerare l'acne una
malattia ormonale è un errore, così come curarla con gli ormoni è sbagliato,
Tranne in rarissimi casi, infatti, gli ormoni dei pazienti sono perfettamente
normali.
L'acne non ha alcuna relazione con l'alimentazione.
Non è vero che chi ne soffre non può mangiare latte, latticini o zuccheri ed è
solo un falso mito che cioccolata e patatine fritte peggiorano il quadro
clinico. Il soggetto acneico può mangiare tutto ciò che desidera.
L'acne, comunque, è
universalmente considerata di natura psicosomatica, in quanto i fattori
psicologici sono sempre presenti in questo disturbo, anche se essi sovente si
accompagnano a possibili alterazioni endocrine. Trattandosi di un'affezione
tipica dell'adolescenza, è logico ritenere che alla base della stessa ci possa
essere un conflitto di natura psicosessuale. Ed è proprio questa diffusa
convinzione che porta per lo più a considerare l'acne juvenilis come un fatto transitorio a cui non
è il caso di dare troppa importanza. In realtà, se ciò è vero in qualche caso,
non è meno vero che gli adolescenti colpiti dall'acne presentano spesso problematiche di disadattamento sociale sia
per quanto attiene la loro maturazione sessuale che i rapporti interpersonali.
Alcuni autori definiscono l'acne come una vera e propria malattia sociale, infatti l'alta diffusione
della patologia (soprattutto tra i giovani), la tendenza alle recidive e
il difficile e travagliato rapporto di chi ci convive e tenta di sconfiggerla
hanno inevitabili ripercussioni più o meno gravi nelle interazioni sociali;
basti pensare che se un solo brufolo può creare problemi, quattro possono
anche provocare il panico, per esempio in prossimità di un'occasione davvero
importante.
TRATTAMENTO
Spesso nella
personalità del soggetto acneico, si evidenziano scarsa autostima, insicurezza,
sfiducia che si accompagnano generalmente ad irritabilità, nervosismo e
ansietà. Quindi, laddove vengono escluse, nel determinismo dell'affezioni,
gravi cause endocrine, interventi che comprendano le tecniche di rilassamento (che si possono apprendere on-line) associate alle immagini mentali i cui temi principali trattano il
"rinforzo dell'Io" danno sempre buoni esiti.
dott.ssa Maria Giovanna Zocco
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