lunedì 20 luglio 2015

Obiettivi dell'Analisi Tematica

“Fino a quando non avrai reso conscio l’inconscio,
quest’ultimo dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai “destino”
Carl Gustav Jung


Rendere conscio l'inconscio è, in realtà, compito primario di tutte le forme di analisi psicologica, a partire dalla psicoanalisi, passando per l'analisi Junghiana, per quella Transazionale e molte altre fino ad arrivare alla più moderna Analisi tematica.

sabato 11 luglio 2015

Quando il corpo parla: Ecco che i disturbi svaniscono cambiando la mente

Fonte:
Cosa si nasconde dietro questo o quel malessere? Cerchiamo di capire i segnali che ci manda il nostro corpo. Non deve essere per forza successo qualcosa di eclatante, basta un non detto, una situazione che torna su, un trauma infantile che riemerge ogni volta sebbene non lo riconosciamo, e via che inizia un fastidio o un disturbo. Quando il corpo si difende da emozioni o eventi spiacevoli e intollerabili manifesta il proprio disagio su alcuni organi, detti bersaglio.

Correlazioni psicosomatiche, corpo e psiche
  • I disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico ci “parlano” di disagi legati al sostegno, alla flessibilità, alla rigidità, alla capacità di “portare pesi”, alla libertà di movimento, di indipendenza o di autonomia.
  • La pelle manifesta problemi legati al contatto, alla

sabato 20 giugno 2015

Consulenza psicologica a distanza: indicazioni e modalità

In Italia, la consulenza psicologica a distanza, si sta affermando sempre di più ogni giorno che passa, questo lo si rileva andando ad attenzionare in rete la miriade di siti professionali di psicologi che offrono tale servizio e le decine di portali che accolgono le iscrizioni dei professionisti suddividendoli per regione e province. Ma, soprattutto, ciò viene confermato, dai dati rilevati da una ricerca commissionata dal CNOP, che si è svolta dall’ottobre 2012 al maggio 20131.

Dal rigido setting 'vis a vis' in studio, con poltrona e scrivania, l'approccio ai problemi della psiche, del comportamento e delle relazioni umane si sta spostando sempre più sul web utilizzando tutti gli strumenti che internet mette a disposizione: e-mail, chat e programmi che consentono le chiamate e le video conferenze on-line.
Diversi sono i motivi che oggi stanno gradualmente, ma inesorabilmente, cambiando il modo di offrire consulenza psicologica, eccone alcuni: 
  • il primo motivo è insito nella natura stessa della professione, infatti, a differenza di quella del medico, la professione di psicologo è basata principalmente sulla comunicazione, e questa può svolgersi anche attraverso il monitor di un PC;
  • un altro motivo è la comodità di ottenere una consulenza psicologica direttamente da casa, senza la necessità di spostarsi fisicamente nello studio dello psicologo, evitando tempi, stress e costi aggiuntivi;
  • altro motivo ancora è dato dalla maggiore possibilità di scelta fra i professionisti di tutta Italia e la possibilità dei residenti all'estero di ottenere consulenza in italiano da un professionista della propria regione;
  • inoltre, a parte i nativi digitali, sempre più persone, anche anziani si stanno avvicinando al mondo di internet, basta dare un'occhiata ai vari social, blog e siti;
  • infine, aspetto non meno importante, sono i costi delle sedute. In questo lungo tempo di crisi che attanaglia il nostro paese, non è da trascurare il fatto che i costi delle sedute sono molto più contenuti rispetto a quelli in studio.
Ma quali sono le modalità in cui si svolgono le consulenze on-line?
La consulenza psicologica on-line, come già detto sopra, utilizza tutti gli strumenti di internet, quindi richiede un computer con webcam e microfono, una connessione internet, programmi che permettono le video conferenze o avere un profilo su un social network o, comunque, un account che permetta la chat. 
Da premettere che ciascun professionista organizza la sua offerta nelle modalità a lui più congeniali e aderenti anche alla propria formazione professionale e orientamento, e adattando le sue conoscenze e tecniche a queste emergenti modalità di intervento. 
Detto ciò, appare chiaro che quanto esporrò riguarda la mia formazione professionale e il mio personale modo di adattare le tecniche psicologiche alla consulenza a distanza.
Gli strumenti da me utilizzati, e richiesti anche agli utenti, includono, oltre agli elementi strettamente tecnologici (PC, connessione ad internet e, se possibile, cuffie con microfono) anche la conoscenza di programmi specifici per le sedute in video conferenza, la chat e soprattutto un'indirizzo e-mail attraverso il quale viaggerà tutta la documentazione e lo scambio di moduli che prevedono: la richiesta di consulenza psicologica, il consenso informato, modelli per la raccolta dei dati anagrafici (tale da velocizzare i tempi), protocolli con prescrizioni comportamentali ecc. 
Inizialmente, il primo approccio o richiesta da parte dell'utente, può avvenire attraverso: 
  • la sezione contatti del sito professionale, quindi tramite e-mail o chiamata telefonica;
  • il profilo sui social tipo Facebook, twitter, o i contatti Skype o l'account su Google
  • i portali specialistici dove il professionista risulta iscritto.
Nella mia personale impostazione, riguardante la procedura di consulenza psicologica on-line, prevedo un primo contatto rimandando l'utente allo sportello di primo ascolto gratuito che si svolge 3 volte a settimana su Facebook e Skype, oppure attraverso una prima e-mail in cui l'utente espone la sua problematica. Ciò è importante perché in questo modo il professionista può rendersi conto se il problema rientra o meno nelle proprie competenze specifiche e il soggetto potrà avere già un primo orientamento su come gestire le sue difficoltà.
Successivamente, se lo psicologo ritiene di potere intervenire e il paziente è d'accordo nel voler intraprendere un percorso psicologico, si procede con l'invio, attraverso e-mail, del modello per la richiesta di consulenza psicologica a distanza; tale modello comprende anche una parte riguardante il consenso informato.
Il soggetto scarica dalla sua posta elettronica il documento che dovrà compilare, salvare e re-inviare indietro allo psicologo, sempre attraverso e-mail. Successivamente all'avvenuto pagamento, tramite bonifico bancario o accredito su poste-pay, viene fissato il giorno e l'ora dell'appuntamento nella modalità scelta dal paziente, almeno nella prima fase del processo. Poi, sempre in una filosofia tesa ad ottimizzare i tempi (filosofia che caratterizza tutto il processo di consulenza psicologica e trattamento on-line) viene spedito un altro documento per la raccolta dei dati anamnestici, che sarà compilato e rispedito via e-mail prima della data prefissata per l'appuntamento. 
Quindi, mentre in una prima fase (pochi incontri) sarà il soggetto a scegliere la modalità con la quale intende usufruire della consulenza, successivamente si potrebbe presentare l'esigenza di modificare tale modalità adattandola all'indicazione relativa all'intervento e al trattamento adatto al problema e alla persona. 
Descriverò ora brevemente le varie modalità di intervento psicologico a distanza.
E-MAIL
Questa modalità è l'equivalente della comunicazione epistolare dei tempi passati. E' la preferita da chi ama scrivere ed è portato ad esprimere con più facilità le proprie emozioni, pensieri e problemi attraverso la scrittura. Senza trascurare il fatto che già, solo il riflettere e organizzare i propri vissuti in modo tale da trasferirli, attraverso la tastiera, su un documento che poi sarà visionato dallo psicologo, è già di per se stesso un efficace inizio del processo di superamento delle difficoltà dell'utente. Se si vuole, si può considerare tale modalità come un "diario interattivo", dove poter buttare giù tutto ciò che si ha dentro, nei tempi e nei modi in cui si sente il bisogno di liberarsene, con la possibilità di ottenere in risposta un'analisi e un'interpretazione obiettiva dei contenuti e dei vissuti descritti e, quando necessario, suggerimenti concreti o prescrizioni comportamentali adeguate. Chi preferisce può scrivere su carta, anziché su una tastiera, e spedire il tutto via posta al professionista.
CHAT
La consulenza psicologica via chat è la preferita dei giovani, i cosiddetti "nativi digitali", i quali hanno acquisito una grande dimistichezza con la comunicazione interattiva scritta e veloce così per come la permettono i social e i cellulari. E' possibile, con questa modalità, risolvere con pochi appuntamenti in chat, piccoli problemi giovanili, ma anche problemi più importanti che si ritrovano a vivere gli adulti. Appare evidente che questa modalità richiede un profilo sui social, un account Skype o whattsapp, ma soprattutto la capacità di "compattare" quanto più possibile i propri vissuti, esperienze, emozioni e sentimenti tali da poter viaggiare attraverso questo canale. In chat, come d'altronde avviene anche per la consulenza via e-mail, possono viaggiare benissimo le prescrizioni comportamentali adatte al soggetto e ai suoi problemi.
AUDIO
Questa modalità prevede l'uso del telefono, oppure un account Skype da utilizzare solo come audio. Tale mezzo permette gli stessi identici contenuti della chat; ma, chiaramente, tutto si svolge più velocemente e fluidamente, come in un colloquio vero e proprio e viene scelto principalmente da persone adulte che hanno difficoltà a comunicare scrivendo, o non hanno dimestichezza con i sistemi tecnologici che in questo modo possono ricevere sostegno psicologico, indicazioni e prescrizioni comportamentali allo stesso modo di chat ed e-mail.
VIDEO-SEDUTA
Questa modalità è quella che più si avvicina alla consulenza in studio. Essa permette anche il contatto visivo e quindi può essere fatto molto di ciò che viene fatto normalmente in studio. Certo, non possono essere somministrati la maggior parte dei test della personalità o quelli che misurano le capacità intellettive, di sicuro non possono svolgersi sedute di ipnosi, in compenso possono essere apprese tecniche di rilassamento psico-fisico per un lavoro sul doppio binario (fisico e psichico), possono essere applicati protocolli che prevedono step di prescrizioni comportamentali individualizzati, percorsi di crescita personale con visualizzazioni guidate o musicoterapia, oltre, naturalmente, al sostegno psicologico di cui può necessitare una persona in momenti e fasi particolari della propria vita. 

In conclusione: il "Web Counseling", cioè la consulenza psicologica via internet e l'adattamento di alcune tecniche psicologiche, tali da poter essere svolte on-line, sembrano oggi, essere orientate ad influenzare inevitabilmente le metodologie future inerenti l'approccio alle problematiche umane, psicologiche, comportamentali e relazionali.




Per approfondimenti:
 Approfondimenti su questo stesso sito:

martedì 26 maggio 2015

Tarantismo: un ritmo per l'anima






Il tarantismo si connotò come fenomeno storico religioso che caratterizzò l'Italia meridionale e in particolare la Puglia fin dal Medioevo; visse un periodo felice fino al XVIII secolo, per subito nel XIX Secolo un lento ed inesorabile declino. Le vittime più frequenti del tarantismo erano le donne, in quanto durante la stagione della mietitura, le raccoglitrici di grano erano maggiormente esposte al rischio di essere morsicate da questo fantomatico ragno.

Attraverso la musica e la danza era però possibile dare guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio esorcismo a carattere musicale. Ogni volta che un tarantato esibiva i sintomi associati al tarantismo, dei suonatori di tamburello, violino, organetto, armonica a bocca ed altri strumenti musicali andavano nell'abitazione del tarantato oppure nella piazza principale del paese. I musicisti cominciavano un suonare la pizzica, una musica dal ritmo sfrenato, e il tarantato cominciava a danzare e cantare per lunghe ore sino allo sfinimento. La credenza voleva infatti, che mentre si consumavano le proprie energie nella danza, anche la taranta si consumasse e soffrisse sino ad essere annientata. Tuttavia, nel rito esorcistico erano impiegate anche altre musiche dal ritmo lento e dalla melodia malinconica.

Alla leggenda popolare può essere in realtà legata anche una spiegazione strettamente scientifica: il ballo convulso, accelerando il battito cardiaco, stimolando abbondante

sabato 2 maggio 2015

Effetti della psicoterapia sul DNA e strumenti di trattamento e prevenzione dello stress


Uno studio pubblicato ad agosto 2014 sulla rivista “Psychotherapy and Psychosomatics” e condotto dai ricercatori dell’Università di Konstanz (Germania) per la prima volta dimostra che lo stress conseguente a traumi può indurre danni a livello del DNA, ma anche che la psicoterapia può guarirli.
I neuroscienziati tedeschi che hanno condotto lo studio in questione sono partiti da precedenti ricerche che avevano rilevato una correlazione tra lo stress indotto da traumi e un aumento del rischio per numerose malattie, compreso il cancro. A livello molecolare, lo stress può infatti aumentare la carcinogenesi (processo di

giovedì 30 aprile 2015

Sei neurotossici chimici industriali legati all'aumento dei disturbi cerebrali

"... I bambini di tutto il mondo sono esposti a sostanze chimiche tossiche non riconosciute che ne stanno silenziosamente alterando l'intelligenza e i comportamenti, precludendone i risultati futuri e danneggiando la società..."
L'aumento dei disturbi come l'autismo, ADHD e dislessia potrebbe essere legato all'uso industriale di prodotti chimici neurotossici, secondo una nuova ricerca pubblicata su The Lancet ( Grandjean & Landrigan, 2014 ).

Gli epidemiologi hanno identificato sei sostanze chimiche che potrebbero avere effetti negativi sullo sviluppo dei bambini.
Le sei sostanze chimiche includono: fluoro, manganese, un solvente chiamato tetracloroetilene, DDT (un pesticida) e un ritardante di fiamma contenente etere di difenile polibromurato.

Il ricercatore Philippe Grandjean, della Harvard School of Public Health, ha spiegato:
"La più grande preoccupazione è il gran numero di bambini che sono affetti da danno tossico, nocivo per lo sviluppo del cervello. Tali bambini presentano infatti:

lunedì 27 aprile 2015

Il buono, il brutto e l'ignoto: uso dei dispositivi mobili e interattivi per bambini


I dispositivi interattivi sono ormai di uso comune, e i bambini li utilizzano sempre più spesso e sempre in più in giovane età. L'impatto che questi dispositivi mobili stanno avendo sullo sviluppo e il comportamento dei bambini è ancora relativamente sconosciuto.
In un articolo apparso sulla rivista Pediatrics, i ricercatori, nell'esaminare i diversi tipi di media interattivi oggi disponibili, sollevano questioni importanti per quanto riguarda il loro uso come strumenti educativi, così come il loro potenziale ruolo dannoso nell'arresto della crescita e dello sviluppo di importanti strumenti di autoregolamentazione.
Mentre ci sono molti studi che hanno dimostrato che i bambini di età inferiore a 30 mesi non possono imparare dalla televisione e dai video, allo stesso modo di come potrebbero imparare da interazioni della vita reale, ci sono meno studi che hanno indagato se questo è il caso anche delle applicazioni interattive. 
Le prime ricerche suggeriscono che i media interattivi, come libri elettronici e applicazioni didattiche che possono essere d'aiuto nell'insegnamento risultano essere molto utili ma solo

mercoledì 8 aprile 2015

Stili di studio poco efficaci

Foto tratta da: "psicologicampani.it"
L'essere umano è un organismo destinato ad apprendere e, già fin da piccolo, ha in se stesso la capacità innata di trasformare i limiti in punti di forza, le difficoltà in risorse; ma non sempre le cose vanno in questo modo. Spesso il percorso è costellato da blocchi, interruzioni, difficoltà a raggiungere la meta spesso proprio quando si giunti vicino al traguardo, ecc. 
Il prototipo del periodo della vita da studente va dalla prima giovinezza alla prima età adulta e cioè dall'inizio della scuola secondaria fino all'università. E questo è anche il periodo maggiormente affrontato nella pratica clinica. Con i bambini si preferisce intervenire mediante la terapia indiretta e cioè attraverso i genitori.
Le difficoltà che lo studente incontra nel corso della sua carriera scolastica possono riguardare la comprensione, la memorizzazione, l'apprendimento e l'esposizione; e nei suoi tentativi di risolvere i problemi si possono rintracciare pattern percettivo-reattivi abbastanza tipici alcuni di questi sono basati sull'intensificazione volontaria del controllo; altri su strategie di evitamento. In pratica di fronte alle difficoltà lo studente o si impegna di più (ma in modo inconcludente) oppure scappa, fugge e alla fine rinuncia. 
Le categorie che seguono raggruppano gli studenti in base alle varie tipologie di stili poco efficaci che normalmente adottano di fronte a difficoltà nello studio.

LO STUDENTE INCATENATO
La prima tipologia di blocco coinvolge sia la motivazione che l'attività di studio. E' il punto di arrivo di una difficoltà divenuta ormai impedente come reazione all'imposizione dello studio, sia esso etero o autoindotto.
La manifestazione più tipica è lo stupor di fronte al libro. A questo livello di blocco

lunedì 30 marzo 2015

Psicofarmaci o consulenza psicologica on-line: cosa scegliere?




Oggi, purtroppo, almeno inizialmente, l'approccio privilegiato per il trattamento di molti fra i disturbi psicologici (anche meno gravi) continua ad essere quello farmacologico. 
Si considerano gravi, i disturbi psichici come la schizofrenia, le psicosi, le depressioni maggiori, i disturbi bipolari e altri, per i quali una terapia farmacologica si rende comunque necessaria, almeno inizialmente. Per problemi, invece, di tipo nevrotico, psicosomatico, disturbi derivati da trauma, ansia e stress sarebbe auspicabile intervenire con trattamenti meno invasivi per l'organismo, quanto meno dal punto di vista chimico. 
Invece, oggi, anche per questi lievi disturbi si ricorre agli psicofarmaci. Così, per sedare l'ansia, per affrontare la paura o lo stress, per superare un trauma, per poter dormire si

giovedì 26 marzo 2015

Il legame tra la pelle e psicologia

Come gli psicologi possono aiutare pazienti con problemi dermatologici.

Acne rosacea
Quando il ricercatore Rick Fried (MD, PhD), 7 anni fa, tenne un intervento ad una conferenza sulla dermatologia e, precisamente, sul rapporto tra problemi psicologici e problemi dermatologici, un dermatologo espose il suo scetticismo sulla connessione mente/corpo. 
In difesa di Rick Fried, intervenne al convegno un altro dermatologo, concorde con la sua posizione che, con uno stratagemma*, fece arrossire immediatamente davanti a tutti il collega scettico: questa fu la prova evidente che le emozioni hanno un impatto molto forte sull'organo più grande del corpo, la pelle.

Oggi i dermatologi sono molto più aperti alla Psicodermatologia, e gli psicologi vengono sempre più coinvolti per aiutare i pazienti con problemi dermatologici.

E' stato stimato infatti che il 30%-60% delle visite dermatologiche sono relative a problemi della pelle determinati o aggravati da fattori psicologici. 

Le ricerche stanno indagando sul ruolo che lo stress e altri problemi psicologici giocano nell'acne, nelle psoriasi, nell'eczema, nell'orticaria e in altri problemi della pelle.
Si sta studiando come l'ansia sociale, la depressione e altri problemi psicologici possono sorgere quando le persone presentano problemi alla pelle. 
Sono inoltre in via di sviluppo gli interventi sia per aiutare i pazienti dermatologici ad affrontare problemi psicologici sia per aiutare le persone a prevenire problemi alla pelle come il melanoma.

Mentre la Psicodermatologia è un campo ormai consolidato in Europa, essa è stata più lenta ad affermarsi negli Stati Uniti. Ci sono solo un paio di cliniche di Psicodermatologia nel Paese e le ricerche in tal senso scarseggiano.
L'interesse per la Psicodermatologia iniziò - come riferisce Kristina G. Gorbatenko-Roth, PhD, professore di psicologia presso l'Università del Wisconsin-Stout. - quando si scoprì che la perdita di capelli, in persone con alopecia areata era strettamente collegata a problemi di depressione, ansia e altri problemi psicologici.

La pelle è la parte più evidente del nostro corpo e può essere
colpita da fattori psicologici, ma pochi psicologi se ne